Legge sulla laicità: la FAE in Corte Suprema per chiedere un quadro per la clausola derogatoria

Legge sulla laicità: la FAE in Corte Suprema per chiedere un quadro per la clausola derogatoria
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La Federazione Autonoma dell’Istruzione si unisce alla lotta per invalidare la Legge sulla Laicità dello Stato davanti alla Corte Suprema. E questa volta il dibattito si estenderà da un capo all’altro del Paese: il sindacato degli insegnanti chiede di regolamentare l’uso della clausola derogatoria da parte dei governi per evitare eccessi populisti.

Il sindacato degli insegnanti, molto militante, ha presentato venerdì scorso un’autorizzazione a ricorrere alla Corte Suprema, ha appreso il nostro Ufficio parlamentare. Entra così a far parte del consiglio scolastico inglese-Montreal, che ha annunciato la sua intenzione a metà aprile.

Oltre a tutelare il diritto al lavoro dei suoi membri, in particolare delle donne velate, la FAE vuole cogliere l’occasione per chiedere ai nove giudici di imporre delle linee guida sull’uso della clausola derogatoria.

Incluso nell’adozione del disegno di legge che vieta l’uso di simboli religiosi da parte dei dipendenti statali in posizioni di autorità, protegge il governo Legault da un ricorso in tribunale.

Per il presidente della FAE, la Corte Suprema deve ampliare le linee guida minime imposte dalla decisione Ford del 1988, dove si richiedeva solo di specificare a quale parte della Carta canadese dei diritti e delle libertà il governo intendeva derogare.

“Da allora, in particolare negli ultimi 5 anni, abbiamo visto sempre più diritti umani in Canada e nel mondo in generale essere messi in discussione da un aumento del populismo. Improvvisamente cominciamo, in nome di tutti i tipi di principi più o meno fondati, a mettere in discussione i diritti fondamentali che credevamo acquisiti”, spiega Mélanie Hubert.

Populismo

“Oggi, [la clause dérogatoire] sembra essere utilizzato sempre più facilmente, per i motivi più disparati”, aggiunge il presidente della FAE.

Cita come esempio, ovviamente, la Legge sulla laicità dello Stato, ma anche altri casi verificatisi altrove in Canada. (vedi riquadro sotto)

Un giorno, le lobby anti-aborto potrebbero persino spingere un governo a utilizzare questo approccio per limitare i diritti delle donne, spiega. “Chiunque, prima o poi, potrebbe ritrovarsi colpito”, sostiene MMe Uberto.

L’avvocato della FAE, Mr.e Frédéric Bérard, ricorda che al momento dell’adozione della Carta, si affermava che ci sarebbe stato un prezzo politico da pagare per il ricorso a questa “arma nucleare” legale.

Al contrario, i funzionari eletti sembrano ora essere ricompensati quando lo usano contro una minoranza, dice il partner di GBM Avocats, ricordando i 90 seggi conquistati dal governo Legault.

Test

La FAE non chiede però l’abolizione della clausola “nonostante”.

Il sindacato propone invece di esigere che i governi siano obbligati a dimostrare la natura “reale e urgente” del problema che intendono risolvere. La FAE si ispira quindi ad uno dei criteri dell’Oakes test, avanzato dalla Corte Suprema in una precedente sentenza.

Con un simile approccio passerebbe facilmente la riforma della legge 101, ma non il divieto dei simboli religiosi, ritiene M.e Berardo.

“Il governo non ha dimostrato il problema reale, urgente e concreto che voleva risolvere”, afferma Mélanie Hubert.

“Se non lo regoliamo, potremmo ritrovarci sotto il giogo di un Parlamento che prende tutti i tipi di decisioni che violano i diritti senza avere altro obbligo se non quello di invocare la clausola in deroga”.

– Mélanie Hubert, presidente della FAE

La clausola derogatoria sempre più utilizzata

  • In Quebec: per tutelare la riforma della legge 101 e della legge sulla laicità dello Stato.
  • In Ontario: con l’obiettivo di togliere il diritto di sciopero agli insegnanti.
  • Nel Saskatchewan: impedire ai bambini sotto i 16 anni di cambiare nome e pronomi a scuola senza il consenso dei genitori.
  • Nel New Brunswick: si è pensato anche di limitare i diritti dei giovani trans a scuola.

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