Perché il simbolo delle mani rosse, utilizzato dagli studenti di Sciences-Po Parigi a sostegno della Palestina, è controverso? – Liberazione

Perché il simbolo delle mani rosse, utilizzato dagli studenti di Sciences-Po Parigi a sostegno della Palestina, è controverso? – Liberazione
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All’Istituto di Studi Politici di Parigi, gli attivisti filo-palestinesi hanno mostrato le loro mani dipinte di rosso e da allora sono stati accusati di usare un simbolo antisemita. Contattando CheckNews, gli studenti assicurano di non essere a conoscenza di questo riferimento storico.

Venerdì 26 aprile, nell’ambito del blocco di Sciences-Po Parigi iniziato la sera prima da studenti filo-palestinesi, diversi manifestanti hanno compiuto un gesto simbolico: quello di alzare al cielo le loro mani dipinte di rosso. Un’iniziativa che ora sta suscitando accese polemiche. La sera stessa, sui social network, da parte di account filo-israeliani, sono state diffuse pubblicazioni che mettevano a confronto le immagini della manifestazione parigina e la foto di un uomo con le mani insanguinate. Che accusano gli studenti di usare “un simbolo che ha una storia e un simbolismo di chiamata all’omicidio” degli israeliani.

Il giorno successivo, il designer Joann Sfar ha pubblicato una serie di schizzi sul suo account Instagram. Il primo mostra un uomo appostato a una finestra, che guarda la folla e mostra le sue due mani rosse e insanguinate. Nella didascalia si legge: “Questo simbolo risale al 12 ottobre 2000. Non è un appello alla pace, è un segno del massacro a mani nude di Yosef Avrahami e Vadim Norznich”. Un disegno subito condiviso dallo scrittore ed editorialista Raphaël Enthoven, che poi scrive: «All’attenzione degli ignoranti. Il simbolo delle mani rosse è un riferimento diretto al massacro di due israeliani da parte della popolazione di Ramallah. Non è un appello al cessate il fuoco”.

Come spiegano nelle rispettive pubblicazioni, Joann Sfar e Raphaël Enthoven si riferiscono quindi a un evento avvenuto nella città palestinese di Ramallah, il 12 ottobre 2000. Quel giorno, due riservisti israeliani furono uccisi da membri di una folla palestinese. che riescono a fare irruzione nella stazione di polizia dove sono trattenuti i soldati. Uno di loro mostra alla folla le sue mani insanguinate attraverso la finestra, prima che i corpi vengano gettati tra la folla, l’altro impiccato. Questi eventi si svolgono nel contesto dell’inizio della Seconda Intifada. All’epoca, Libe ha dedicato la prima pagina all’evento e alla foto scioccante dell’assassino che arringa la folla.

Durante la cerimonia degli Oscar, diverse personalità hanno indossato una spilla che rappresenta una mano rossa e hanno scatenato una controversia simile, con i filo-israeliani che hanno collegato il simbolo https://twitter.com/RavSchluss/status/1767155973012046045. L’11 marzo 2024, un forum nel Tempi di Israele dettagliato “cosa significano le mani rosse sulle spille del cessate il fuoco per molti di noi che amiamo Israele”. E il suo autore ricorda il ritrovamento dell’immagine del linciaggio, più di vent’anni prima: “Le sue mani, queste due mani con cinque dita ciascuna, come le mie, come le tue, coperte del sangue di un altro uomo… un ebreo. Ebreo come me. Quindi quando vedo le spille del cessate il fuoco degli artisti con le mani rosse sopra, è quello a cui penso. Non posso non pensarci”.

“Ogni israeliano lo ricorda”

Da parte sua, Hubert Launois, membro del Comitato Palestina e studente di Sciences-Po, ha provato a difendersi sul set di BFM TV, a fine giornata, contro la deputata rinascimentale dell’Hauts-de-Seine Maud Bregeon che hanno denunciato gli studenti “posizionamento discutibile”, sportivo “slogan e simboli che flirtavano con l’antisionismo e l’antisemitismo”. Risposta dello studente, riguardo alle mani rosse : “È un simbolo che può sconvolgere, che è controverso, si riferisce a fatti tragici, anzi, se si riferisce a questo evento, allora è una deriva antisemita che bisogna commettere…” Prima di correggerti frettolosamente: “Che dobbiamo combattere, mi dispiace.”

Vicino ControllaNews questa domenica ha chiarito il suo pensiero: “Il simbolo delle mani rosse è un simbolo comune per denunciare il fatto che qualcuno, o un’istituzione, ha le mani sporche di sangue. Significa denunciare la complicità in crimini, un approccio laissez-faire, e questo era il nostro obiettivo. Questo simbolo è ampiamente utilizzato nelle manifestazioni occidentali, in particolare da parte di attivisti ambientali, o anche all’ONU, da parte di diplomatici. È vero che spesso ritroviamo questo gesto durante le azioni per il clima. Ad esempio, è stato utilizzato da Friends of the Earth per avvisare della pubblicazione del rapporto IPCC, nel febbraio 2022. Le mani rosse vengono utilizzate anche dagli attivisti del movimento Black Lives Matter, nello stesso anno. O ancora, del periodo 1998-1999, cioè prima del linciaggio di Ramallah, da parte degli anti-Pinochet in Cile.

Lo spiega Icham, anche lui membro del Comitato Palestinese di Sciences-Po “diversi membri del comitato hanno condotto una campagna collettiva contro l’inazione sul clima Extinction Rebellion, da qui la ripresa di questa modalità di azione”. Aggiunge con ControllaNews Quello “il 23 aprile 2024 anche le famiglie degli ostaggi israeliani hanno usato questo simbolo”. Troviamo infatti immagini di famiglie di ostaggi, distesi a terra a Tel Aviv, con le mani dipinte di rosso alzate in aria a ricordare i duecento giorni dall’attacco di Hamas. Nella stampa israeliana viene indicato che queste mani rosse rappresentano il sangue. Contattato da Controlla notizie, un collega del quotidiano israeliano Haaretz ha detto di non sapere se questo gesto specifico fosse o meno un riferimento esplicito al linciaggio di Ramallah. Una cosa però è certa secondo lui: “Come israeliano questa immagine mi ricorda il linciaggio. Ogni israeliano lo ricorda”.

Criminalizzazione

Tal Bruttmann, storico dell’antisemitismo, fatica a lasciarsi convincere dall’argomentazione degli studenti di Sciences-Po secondo cui questo gesto sarebbe ripreso da altri movimenti di protesta: “Per me, queste immagini mi hanno riportato direttamente al linciaggio di Ramallah. È vero che questo gesto può essere utilizzato in altre circostanze, in particolare da parte di attivisti ambientali, ma qui non possiamo ignorare il contesto. Su un argomento così teso non possiamo liberarci del contesto dicendo che questo gesto si riferiva semplicemente a qualcos’altro. da cui giudica ControllaNews.

Ma soprattutto – e questo è un punto che Huber Launois, ospite di BFMTV, non ha sviluppato sul set – assicurano alcuni studenti di Sciences-Po interessati ControllaNews che non erano a conoscenza di questo riferimento storico. Hubert Launois continua così: “Capisco che possa essere scioccante. Successivamente abbiamo appreso che questo poteva riferirsi all’immagine del linciaggio avvenuto a Ramallah nel 2000. Personalmente non lo sapevo, non avevo questo riferimento, e nemmeno i miei compagni. Sono nato nel 2004. Nel 2000 molti non erano nati o avevano 1 o 2 anni. Non è un’immagine che parla alla nostra generazione”. si dice Hubert Launois “scusate” e garantisce che in futuro, “dovrai prestare attenzione a questo simbolo. Se avessimo avuto il riferimento, sicuramente non avremmo utilizzato questo simbolo. Bisogna chiaramente stare attenti a non usare riferimenti maldestri”. E per aggiungere: “Dobbiamo lottare contro l’antisemitismo e questo tema deve essere affrontato penalmente. Ma non dobbiamo indirizzarlo male. Accusare di antisemitismo gli studenti che utilizzano questo simbolo, quando non ne conoscono il riferimento, è tipico della volontà di criminalizzare ed escludere gli attivisti per la Palestina”.

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