vengono ritirate le accuse di violenza sessuale contro un medico di Saguenay

vengono ritirate le accuse di violenza sessuale contro un medico di Saguenay
vengono ritirate le accuse di violenza sessuale contro un medico di Saguenay
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Il processo a carico di un medico di Saguenay accusato di violenza sessuale sulla figlia della sua compagna alla fine non avrà luogo poiché le accuse contro di lui sono state ritirate.

“È una dura prova che è finita”, dice con un sospiro di sollievo l’urologo Jean-Benoit Paradis.

Il dottor Paradis ha proclamato la sua innocenza dal momento in cui sono state formulate le accuse contro di lui.

I crimini sessuali di cui è accusato sarebbero stati commessi tra il 2008 e il 2012, quando il denunciante aveva un’età compresa tra i 14 e i 18 anni.

“È un’umiliazione totale”, si lamenta il signor Paradis. “Ho dovuto presentarmi al Collegio dei Medici per dimostrare alla gente che non c’erano preoccupazioni riguardo alla mia pratica, cioè al rapporto con i pazienti”.

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L’imputato aveva testimoniato durante le indagini preliminari senza divieto di pubblicazione per dimostrare di non avere nulla da rimproverarsi.

La difesa è riuscita a dimostrare che la testimonianza del denunciante, che soffre di disturbi mentali, conteneva diverse falsità.

Il medico potrà quindi rivedere i suoi pazienti. Saranno revocate anche alcune restrizioni emanate dal Collegio dei Medici.

“Voglio vedere i miei pazienti senza avere questa orribile sensazione che il dito sia puntato contro di me”, insiste. «Rivedere i miei colleghi, vedere il personale con cui lavoro ogni giorno in ospedale, dire: ‘Non ho fatto niente’. Non solo non ho fatto nulla, ma mi hanno portato via tutto. Penso che sia quello che voglio.”

Il signor Paradis ha tuttavia confidato che alcuni pazienti avevano chiesto di cambiare medico dopo la sua incriminazione.

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Il medico dovrà valutare se vuole intraprendere un’altra vicenda legale poiché, secondo il suo avvocato, ci sono motivi per essere perseguiti.

“Sarà una sua scelta”, assicura Me Jean-Marc Fradette. “Sai, una causa civile può durare tre anni, quindi riparlarne per tre anni, sarà proprio una sua scelta. È chiaro che ne ha diritto. È chiaro che ci sono danni”.

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