Montreal Pop 2024 – Giorno 4

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Per il ventesimo anniversario dell’uscita mondiale di Nessuna città rimastaI Dears hanno fatto le cose in grande, integrando la loro formazione rock di base con un quartetto d’archi e un quintetto di ottoni per una resa molto vicina al disco, con in più l’energia del concerto. C’è stata poi la rilettura molto sapiente di Datti fuoco che ha festeggiato anche il suo ventesimo anniversario con il gruppo Stars.

Nessuna città rimastavent’anni dopo

E sì, già vent’anni fa Nessuna città rimasta uscì allo scoperto e infiammò positivamente la critica con la ricchezza delle sue composizioni e orchestrazioni. Dei membri del gruppo del 2004 rimangono solo il duo fondatore e coppia di città, Murray Lightburn (voce, chitarra) e Natalia Yanchak (tastiera, voce). Sono accompagnati da Steve Raegele (chitarra), Jeff Luciani (batteria) e il mio bassista preferito, Rémi-Jean LeBlanc. Per completare l’ensemble e avvicinarsi agli arrangiamenti del disco, il gruppo si è avvalso dei servizi di un quartetto d’archi e di un quintetto di ottoni.

Beh, lo dico subito: per quanto ami i Dears su disco, ho difficoltà con loro in concerto. Il loro volume è spesso ridicolmente alto e il loro suono in sala è disordinato. Ricordo in particolare un concerto nel seminterrato di una chiesa nel 2010 dove il pubblico si riversò fuori dalla sala, stanco di un impianto audio amatoriale e stordito dai megawatt, sotto l’incomprensione del gruppo. Quella di stasera non sarà stata un’eccezione, con un impianto audio che avrà bisogno di tempo per stabilizzarsi e rendere chiaramente udibile il quartetto d’archi.

A parte l’ingresso del gruppo sul palco sotto il No, non mi pento di nulla di Édith Piaf, il concerto non riserva alcuna vera sorpresa per chi l’ha ascoltato con avidità Nessuna città rimasta : queste sono le dodici tracce dell’album che vengono eseguite nello stesso ordine con arrangiamenti ricchi e quanto più vicini possibile all’originale. Ma l’energia del concerto, le composizioni sempre piacevoli e la voce calda e potente di Murray Lightburn rendono l’esperienza giubilante e fuori dal comune.

Immagino che, come per molti altri, fosse da un po’ che l’album non suonava sul mio giradischi. In un certo senso è stata una riscoperta in concerto! Dell’apertura sorprendente Possiamo averlo seguito da Chi siete voi, difensori dell’universo? di passaggio Perso nella tramacosì tanti titoli memorabili che non sono sepolti così lontano nel mio subconscio! E, naturalmente, il memorabile duetto 22: La morte di tutto il romanticismo tra Lightburn e Yanchak fa comunque centro, anche se la voce femminile non era esente da difetti.

Dopo aver giocato al titolo finale Nessuna città rimastache ha dato il nome all’album, il gruppo lascia il palco e Murray Lightburn, felice, ci ricorda di non dimenticare che “ la vita è bella »!

È certo che il concerto di stasera riguardava più la nostalgia che la sorpresa. Ma ammetto che questo ritorno in concerto ha avuto una potenza e una resa ancora fresche come quando è uscito l’album, con un gruppo molto attento e preciso, così come archi e ottoni che aggiungono ampiezza e ricchezza all’orchestrazione di un gruppo rock. . Le composizioni rimangono più ricche che mai. In breve, mi ha fatto venire voglia di prendere la mia copia di Nessuna città rimasta!

Inoltre, è disponibile una versione ampliata dell’album:

Il fuoco che difficilmente si accende

Sorprendentemente, è il gruppo Stars ad essere l’headliner. Non sono un grande intenditore di questo gruppo e il suo nome non mi dice molto. Gli Stars sono una band canadese di Toronto che si stabilì a Montreal, dove registrarono Datti fuoco nel 2004. Data l’impazienza del pubblico, questo album è un riferimento per molte persone, a quanto pare.

Dal primo titolo, Il tuo ex amante è mortola stanza canta di nuovo al ritornello. Va detto che il cantante Torquil Campbell è molto energico e non risparmia le sue mosse, così come il bassista Evan Cranley e il batterista Pat McGee, che assomiglia a Travis Barker ma meno tatuato. La band è completata da Amy Millan alla voce e alla chitarra, nonché dal discreto Chris Seligman alle tastiere e dal discreto chitarrista solista Chris McCarron, nascosto nel suo angolo. C’è anche un sassofonista e un violinista per il tour.

Nonostante l’entusiasmo del pubblico, questo rock dagli accenti pop mi ha presto stufato, le composizioni rimanevano generiche dove strofe seguivano ritornelli senza sorprese, proprio come i loro blandi arrangiamenti. Un contrasto sorprendente dopo i titoli di Nessuna città rimasta

L’ultimo titolo, Ragazza del calendarioviene eseguito acusticamente attorno a un microfono con il bassista al trombone e il tastierista al corno inglese, mentre il pubblico si occupa del canto. Poi ci sarà un singolo bis con una canzone che avevo già sentito alla CBC, ma di cui mi sfugge il nome…

Gli Stars sono un gruppo che non aveva mai attirato la mia attenzione e i titoli ascoltati stasera mi hanno lasciato indifferente. Il sodalizio con The Dears è stato ardito, ma Stars non è riuscito a convincermi né a convertirmi.

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