Hauts-de-Seine: sospettato di aver minacciato di uccidere una donna ebrea per “vendicare la Palestina”

Hauts-de-Seine: sospettato di aver minacciato di uccidere una donna ebrea per “vendicare la Palestina”
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La palese indagine aperta domenica 21 aprile riguardava atti di “rapimento, sequestro, stupro e minacce di morte”. Questo martedì 23 aprile, alla fine, queste sono state finalmente qualificate come “uso di stupefacenti e minacce di morte materializzate per iscritto a causa della religione”, indica la Procura di Nanterre, dopo il licenziamento di un uomo di 32 anni.

Arrestato domenica a Gennevilliers, quest’ultimo si trovava questa mattina ancora in custodia di polizia nei locali del servizio dipartimentale di polizia giudiziaria (SDPJ 92), a Nanterre (Hauts-de-Seine). Era sospettato di aver trattenuto e minacciato una donna contro la sua volontà.

La custodia della polizia è stata revocata questo martedì, durante la giornata. L’imputato è stato portato davanti a lui nel pomeriggio nell’ambito di una “procedura di comparizione ritardata”. L’accusa ha chiesto la sua messa sotto controllo giudiziario e sarà processato il 21 giugno davanti alla 16a camera penale.

Un intervento della BRI ha posto fine al calvario della vittima

Era domenica mattina tardi quando il calvario della sua vittima si è concluso. Poco prima di mezzogiorno, quando i super poliziotti della BRI, la brigata di ricerca e intervento, sono entrati nell’appartamento dell’individuo, avenue Chenard-et-Walker, nell’eco-distretto République.

Questa donna ebrea lo avrebbe incontrato una settimana prima e tutto sarebbe presto andato storto. Una volta a casa, avrebbe rifiutato di lasciarla uscire. L’uomo avrebbe preso il telefono della vittima. Presumibilmente avrebbe inviato diversi messaggi a sua madre e al suo ex fidanzato.

I messaggi rivolti al primo sono agghiaccianti, come confermato da una fonte della polizia. “Buona fortuna, non ritroverai mai più tua figlia, non la rivedrai mai più, prostituirò tua figlia”, promette in particolare. Alla sua ex moglie spiega di voler “vendicare la Palestina”.

Domenica, secondo quanto riferito, la donna è riuscita a riavere il suo telefono e a chiamare sua madre per chiedere aiuto. La macchina della polizia si è subito messa in moto e l’SDPJ è stato subito sequestrato. Problema, la geolocalizzazione del telefono non è riuscita a trovare la posizione precisa del luogo della chiamata. Il PJ si è quindi rivolto agli specialisti della BRI, che hanno finito per identificare l’esatto appartamento da cui era stato inviato l’SOS, arrestando quindi il presunto colpevole e liberando la vittima.

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