Christian Dubé sul filo del rasoio

Christian Dubé sul filo del rasoio
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Settimana dura, durissima in ufficio per il ministro della Sanità Christian Dubé. Nel corso della scorsa settimana, i gravi disfunzionamenti della rete di cui è stato a capo per quasi quattro anni sono stati denunciati alla luce del sole dai media e dai partiti dell’opposizione.

Nei nostri pronto soccorso ci sono state raccontate nuove storie dell’orrore, tra cui quella di una giovane ragazza lasciata sola in una cabina per ore, costretta a gridare aiuto.

Abbiamo appreso che i tempi di attesa al pronto soccorso, che a volte si avvicinano alle 40 ore in barella (!), sono più lunghi rispetto a prima della pandemia. Abbiamo appreso che i due mini-ospedali privati ​​promessi si sarebbero ridotti a due cliniche private per anziani. Un progetto molto vago.

Sappiamo che per gli interventi ginecologici l’attesa è di diversi anni. Che più di 5.000 pazienti con COVID lungo sono senza follow-up medico. Poi è arrivato il colpo mortale.

Studiando i fondi del Ministero della Salute, in tempo reale e davanti a Christian Dubé, il deputato liberale André Fortin ha dimostrato che con o senza medico di famiglia, ottenere un appuntamento è impossibile sul sito Rendez-vous Santé Quebec o tramite GAP (prima linea contatore accessi).

Quanto al sito ClicSanté, anche per i campioni, propone soprattutto appuntamenti privati ​​costosi. In quale Quebec viviamo?

Sconfitto

Abbattuto, il ministro Dubé ha dovuto ammettere che queste situazioni aberranti si verificano “regolarmente”. Sembrava un funambolo stordito sulla corda.

Nonostante sia un ministro rispettato, i fallimenti si accumulano nella salute. I successi stanno diventando sempre più rari. E che dire dello spostamento irrealizzato verso l’assistenza domiciliare?

Un’importante eredità legislativa per i caregiver dell’ex ministro Marguerite Blais, non ancora concretizzata? Tempi di attesa infiniti per consultare un medico specialista? Eccetera.

In effetti, il nostro mammut sanitario se la passa male da quando Lucien Bouchard e Philippe Couillard lo hanno fatto morire di fame. Le riforme ultracentralistiche dell’ex ministro Gaétan Barrette lo hanno completamente deragliato.

Cronaca di una catastrofe prevista

Il problema CAQ non è meno reale e il motivo è molto semplice.

Da quando è salito al potere nel 2018, non solo la rete sanitaria non è migliorata, ma è addirittura peggiorata.

Morte dalle risate, spuntano come funghi le cliniche private i cui servizi sono pagati direttamente dai pazienti. La rete pubblica è sempre più inaccessibile.

Già burocratizzato e assurdamente centralizzato, sotto la futura Agence Santé Québec, rischia di diventarlo ancora di più. E la sua disumanizzazione? Cattura l’attenzione.

Per una società che invecchia, è la cronaca di una catastrofe annunciata. In Quebec, invece, paghiamo molte tasse.

In cambio, tutti dovevamo avere accesso a una rete di servizi sanitari e sociali pubblici di qualità. Tuttavia, in realtà non è più così.

La salute sarà un tema centrale della prossima campagna. A meno che non vi sia una svolta radicale da qui ad allora, ciò non è di buon auspicio per il CAQ.

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