Gli svizzeri hanno dato un duro schiaffo in faccia alla riforma LPP. È stata respinta con il 69% dei voti, secondo una proiezione di gfs.bern. L’USS, che ha avviato il referendum, ha ottenuto un’altra vittoria sulle pensioni.
Lo schiaffo è di portata magnitudine inflitto nella Svizzera romanda. Neuchâtel spazza via il testo con il 76,9% dei voti secondo i risultati finali. È il 72,6% di no nel Canton Vaud e il 71,1% nel Vallese.
Anche gli altri cantoni romandi respingono ampiamente il progetto del Parlamento, secondo i risultati parziali. Il Giura lo seppellisce con oltre il 77%. Friburgo respinge la riforma con il 73,5%. Il no è imposto anche a Ginevra con il 72,6%. In questa fase, solo due comuni, nel Vaud, hanno detto sì nella Svizzera romanda.
I risultati sono altrettanto chiari in tutta la Sarine. Il no trionfa con oltre il 60% in tutti i cantoni. Solo Zugo è leggermente più in basso. E Soletta è in cima alla classifica di lingua tedesca con il 71,9%. Nessun cantone ha ancora accettato il testo.
Doppia sfida
La previdenza professionale affronta una duplice sfida demografica e finanziaria. Per garantire il finanziamento delle pensioni a lungo termine, è necessaria una revisione, secondo il Parlamento.
La misura principale è la riduzione dell’aliquota di conversione minima nella previdenza professionale obbligatoria dal 6,8% al 6%. Per evitare il più possibile una riduzione delle rendite future, il Consiglio federale e il Parlamento hanno pianificato misure di compensazione.
La metà degli assicurati beneficerà così di una compensazione pensionistica durante un periodo transitorio di 15 anni. La soglia di ingresso viene abbassata, il che migliora la copertura dei salari bassi e delle persone che lavorano part-time, secondo i sostenitori della revisione. Inoltre, la detrazione di coordinamento verrà sostituita da una quota fissa del 20%.
Per la Federazione sindacale svizzera (USS) e la sinistra, questa riforma è una truffa. Non porterà alcun beneficio ai lavoratori in nessun caso. Hanno fatto campagna con lo slogan: “Pagare di più per una pensione più bassa”.
/ATS