L’aeroporto internazionale Aimé Césaire della Martinica, con 1,98 milioni di passeggeri nel 2019, è la prima porta d’accesso all’isola. Di proprietà dello Stato, la sua gestione è affidata alla società aeroportuale della Martinica Aimé Césaire (Samac), di cui lo Stato è azionista di maggioranza insieme alla CCI e agli enti locali.
Nel 2016, l’azienda ha intrapreso un ambizioso programma di investimenti per modernizzare e portare a standard le strutture le cui capacità stanno raggiungendo la saturazione. Avviato nel 2018, il cantiere del terminal è stato interrotto nel 2019 per il fallimento dell’agente incaricato dei lavori, poi rilanciato in piena crisi sanitaria. La gestione del progetto rivela una mancanza di vigilanza al momento dell’aggiudicazione dell’appalto, una debolezza nella gestione finanziaria e scambi con lo Stato concedente che non rispettano rigorosamente le procedure. Il costo dei lavori del terminal, che saranno consegnati con oltre tre anni di ritardo, è stato rivalutato in 110 milioni di euro, uno sforamento del 79%, portando Samac a deprezzare altre opere (piste) e a trascurare le questioni di sicurezza.
Il ritorno dei traffici nel 2022 consente un ritorno degli utili, ma la situazione finanziaria resta da consolidare per far fronte alla triplicazione dei debiti. La Corte formula sei raccomandazioni e incoraggia Samac a continuare a rafforzare i propri strumenti di gestione per controllare la propria traiettoria finanziaria a lungo termine e per anticipare le implicazioni contabili della fine della concessione nel 2049.
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