Poco prima della pandemia di Covid-19, le Editions Favre hanno contattato Phanee de Pool per pubblicare i testi delle sue canzoni, ma in forma personale. Ci ha provato, ha commesso molti errori e si è arresa. Prima che gli editori lo rilanciassero.
E all’improvviso, “Ho scritto tutto a mano, dritto al sodo, senza abbellimenti”, prosegue la cantante 35enne, prima “su una confezione di carta di crocchette per il mio cane”. Il nativo di Bévilard ha così accumulato chilometri di pensieri, aneddoti, rabbie, gioie, “un vero e proprio grimorio”. “Sono incapace di fare qualcosa che si adatti ai codici”, osserva, evocando un linguaggio quotidiano a volte crudo, autentico.
Psicoanalisi e liberazione
Il diario di bordo, che contiene anche schizzi, disegni tratti dai suoi taccuini personali, foto e testi delle sue canzoni, è in definitiva uno sguardo alla storia che ha portato alla nascita del “personaggio” Phanee de Pool. “Una carriera nasce, si evolve”, dice la cantante, che crede che non ci siano molte differenze tra lei e il suo personaggio teatrale.
D’altra parte, rispetto al suo lavoro musicale, la creazione del libro è stata più spontanea, crede Fanny Diercksen. Gli ha permesso di rivivere molte cose in modo più personale: la sua infelicità adolescenziale, i suoi fallimenti accademici, le sue scelte, i suoi anni trascorsi nella polizia, l’inizio della sua carriera artistica.
Laddove le sue canzoni raccontano storie a volte più lontane, “il fatto di scrivere questo libro mi ha chiaramente liberato, c’era un sapore di psicoanalisi”. Si imbarca nell’avventura senza un vero modello o senza mostrare riferimenti letterari. “Ho delle lacune culturali”, sorride, ostentando una passione per i dizionari, così come per le “cose vecchie”, ma senza voler necessariamente conoscere la storia che li accompagna. “Amo il passato vivendolo nel presente.” Tutt’al più nota “piccole somiglianze” con il lavoro del cantante francese Philippe Katerine, il cui libro “Doublez votre memoire”, pubblicato nel 2007, l’ha accompagnata a lungo.
L’orgoglio del trofeo Brassens
Innamorata delle parole e della lingua francese, Phanee de Pool non nasconde il suo orgoglio per aver vinto nel giugno 2024 il Trofeo Georges Brassens, assegnato a Sète (F), patria del cantautore francese. «Essere la prima donna svizzera a vincere questo concorso, questo è tutto!» La Bernoise, che si definisce volentieri “conservatrice” nei suoi gusti musicali, nutre soprattutto un’ammirazione sconfinata per l’autrice-compositrice e cantante Barbara. Al di là dell’artista, è il “personaggio” che ama.
Proprio come quella di Henri Dés, “il primo cantante che ho adorato”, e con il quale ha duettato bellissimo nel brano “Dites Henri”, pubblicato nel suo terzo album Algorythme (2023). Dopo un periodo intenso di creazioni, tournée e premi, Phanee de Pool ammette di non comporre musica al momento. Ma non teme affatto la sindrome della pagina bianca: “non c’è ansia, non siamo macchine. In attesa dell’uscita svizzera del suo libro il 7 novembre, poi internazionale il 14 novembre (Francia, Belgio e Canada). , l’autore e cantante sogna un futuro progetto cinematografico, “qualcosa di vivace, fuori dalla norma”, ovviamente.
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