Del silenzio e dell’oro, nell’acqua nessuno ti sentirà uccidere • Il suricato

Del silenzio e dell’oro, nell’acqua nessuno ti sentirà uccidere • Il suricato
Del silenzio e dell’oro, nell’acqua nessuno ti sentirà uccidere • Il suricato
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Titolo: Del silenzio e dell’oro
Autore.ice: Ivan Butel
Modificare: Globo
Data di pubblicazione: 9 gennaio 2025
Genere del libro: Romanzo documentario

Of Silence and Gold segue le tribolazioni di Ivan Butel, sceneggiatore e regista di documentari, che parte alla ricerca di… Cha. Cha? Quest’uomo che vinse numerose medaglie d’oro durante i Giochi Olimpici Paralimpici per la nazione spagnola all’inizio degli anni 2000 e che sull’aereo di ritorno da Sydney scoprì che il suo passato era riemerso sulla stampa: era stato un terrorista di estrema sinistra, in carcere per essere stato corresponsabile della morte di un uomo, ucciso a colpi di arma da fuoco. Cosa fare con questo passato?

Questa Silence and Gold è un’indagine a lungo termine, poiché l’autore ha preso contatto con Cha all’inizio degli anni 2000. Inoltre, la maggior parte del romanzo descrive in dettaglio gli eventi accaduti fino alle Olimpiadi del 2008. La seconda parte è più veloce, su ciò che accade dopo il 2008, fino ai giorni nostri. Lo scrittore voleva sapere chi fosse quest’uomo, come vivesse questo ritorno permanente di questo passato indelebile e se provasse rimorso per le sue azioni.

Cha, però, non è un uomo isolato, un lupo solitario. È questo che rende affascinante quest’opera, il modo in cui viene raccontato il franchismo ma soprattutto dopo Franco, nel 1975, quando la Spagna si democratizzò lentamente chiedendo esplicitamente alla sua popolazione e al Paese di non rimescolare troppo la merda del passato: restare in silenzio le migliaia di omicidi e assassinii, perdonando i criminali e trasformando semplicemente i poliziotti franchisti in poliziotti della nuova democrazia spagnola. Di fronte a ciò, i movimenti terroristici (qualificati come terroristi) hanno cominciato ad organizzarsi per uccidere: uccidere agenti di polizia o persone considerate “da eliminare”.

Cha è un uomo nato in una famiglia operaia a Vigo, città battuta dal vento nel nord-ovest della Spagna, sotto uno sputo quasi costante, che l’autore riesce a trascrivere bene. Seguendo Cha nella sua vita quotidiana di futuro atleta paralimpico, vendendo i biglietti della lotteria nei caffè, si interroga non solo su una città ma su un intero paese che aderisce (o si attiene solo) alla legge del silenzio.

Cha si unì a lui, seguendo suo fratello. Ha scontato una pena in prigione. È stato lì che ha perso l’uso delle gambe, a seguito di uno sciopero della fame durato più di 400 giorni. Ci sarà un prima e un dopo, non solo il carcere, ma anche questo sciopero della fame. Entra un uomo normodotato ed esce un disabile, qualcuno che non vuole più nemmeno parlare delle sue attività passate, una volta immerso il corpo nell’acqua per nuotare, nuotare e nuotare ancora.

Ivan Butel segue dunque Cha, lo interroga cercando di mantenere il posto che gli spetta, diventa un amico, un confidente. Scrive in modo molto semplice, dritto al punto, senza abbellimenti, andando oltre la semplice scrittura giornalistica. Le sue descrizioni sono ben illustrate, la storia chiara. Dal momento in cui Cha vince delle medaglie e l’autore manda avanti velocemente la sua storia, potremmo iniziare a temere una certa mancanza di distanza dal soggetto. Come puoi affrontare il terrorismo diventando amico del soggetto del tuo documentario?

Ivan Butel pone però domande dolorose e si chiede: come possiamo perdonare un uomo che ha ucciso, insieme ad altri uomini, a sangue freddo, un trentenne capo d’azienda, padre di due figli? Quando pagheremo il debito con la società? Il terrorismo di estrema sinistra è più scusabile di qualunque altro? Che posto dare a un ex assassino, violentemente contrario all’azione dello Stato, ora osannato dagli araldi politici della sua città, Vigo? Non ha diritto a una seconda vita, a un’altra vita, senza il suo passato turbolento? Queste sono tutte le domande che ci pone Ivan Butel e che ci agitano.

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