C’è la letteratura. E poi c’è la vita. I due si mescolano e convivono per i personaggi del romanzo che chiude la trilogia Il paese degli altriquanto al suo autore. Leïla Slimani rivela la sua percezione della letteratura e il suo rapporto con la scrittura.
– In questo romanzo scrivono diversi personaggi, di diverse generazioni. Ma non hanno lo stesso rapporto con la scrittura…
Mathilde, la nonna, ha la sensazione di avere qualcosa da raccontare, che la sua vita non è banale. E ha un senso della storia molto forte. Ma si nasconde dal marito, il quale ritiene che la vita sia più importante di ciò che si può scrivere. Il padre, Mehdi, ha un rapporto più intellettuale con la letteratura. Legge molto e ammira gli scrittori. Ma questa ammirazione lo schiaccia e lo impedisce. La ragazza, Mia, è insomma l’erede di queste due visioni. È come una risoluzione dei due personaggi.