una casa editrice costretta a chiudere per aver pubblicato un libro sulla storia dell’ebraismo

una casa editrice costretta a chiudere per aver pubblicato un libro sulla storia dell’ebraismo
una casa editrice costretta a chiudere per aver pubblicato un libro sulla storia dell’ebraismo
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La casa editrice Frantz-Fanon subisce pressioni da parte delle autorità algerine. L’azienda, con sede a Boumerdès, dovrà chiudere i battenti per un periodo di sei mesi, a partire dal 14 gennaio, perché accusata di “spacciare discorsi di odio », Segnala RFI.

Questa casa editrice è nel mirino del potere dalla pubblicazione, nell’agosto 2023, di un libro sulla storia dell’ebraismo in Algeria, intitolato Algeria ebraica – L’altro me che conosco così poco. Se inizialmente l’opera è stata distribuita senza problemi, la situazione ha preso un’altra svolta quando la casa editrice ha voluto organizzare un giro nelle librerie algerine per l’autrice del libro, la franco-algerina Hédia Bensahli.

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Accusato di mettere in pericolo “la sicurezza e l’ordine pubblico”

Le edizioni Frantz-Fanon sono state presto bersaglio di attacchi sui social network. Figure politiche islamiste hanno sfidato il governo su questo argomento. Poi, a ottobre, la Procura ha stabilito che la casa editrice “incitamento all’odio diffuso” e danneggiato “sicurezza e ordine pubblico, nonché identità nazionale”mettere in relazione RFI.

Il resto dopo questo annuncio

Il direttore, Amar Ingrachen, è stato posto sotto controllo giudiziario. Le librerie furono perquisite per rimuovere il libro sull’ebraismo. Uno di questi è stato addirittura temporaneamente chiuso a Tizi-Ouzou. Il rappresentante di Boumerdès ha ripetuto le stesse accuse annunciando la chiusura della casa editrice per sei mesi.

Le Edizioni Frantz-Fanon, che prendono il nome dallo psichiatra e attivista anticolonialista martinicano, vogliono essere impegnate e critiche nei confronti del potere algerino. Dopo l’arresto dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal e l’esclusione di alcuni autori come Kamel Daoud, la società ha particolarmente castigato i “Pressioni esacerbate” sui circoli intellettuali in Algeria.

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