Meta accusato di utilizzare libri piratati per addestrare la sua intelligenza artificiale

Meta accusato di utilizzare libri piratati per addestrare la sua intelligenza artificiale
Meta accusato di utilizzare libri piratati per addestrare la sua intelligenza artificiale
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Un gruppo di autori, tra cui lo scrittore Ta-Nehisi Coates e la comica Sarah Silverman, hanno fatto causa a Meta, accusando la società di utilizzare consapevolmente libri piratati per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.

Secondo i documenti del tribunale resi pubblici questa settimana in California, Mark Zuckerberg personalmente ha approvato l’uso di contenuti protetti da copyright per addestrare la propria intelligenza artificiale.

Al centro di questa controversia c’è LibGen, un database contenente circa 32 terabyte di libri digitalizzaticonsiderato un “ libreria delle ombre » di origine russa. Secondo i querelanti, le comunicazioni interne rivelano che Zuckerberg ha approvato l’uso di LibGen nonostante gli avvertimenti del suo team di gestione sulla natura pirata del contenuto.

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Mark Zuckerberg avrebbe approvato questa pratica controversa

I documenti del tribunale citano in particolare una nota che fa riferimento alle iniziali di Zuckerberg (“MZ”), affermando che ” dopo la salita alla MZ “, il team AI di Meta ha ricevuto il permesso di utilizzare LibGen. Secondo quanto riferito, gli ingegneri dell’azienda hanno persino discusso dell’accesso a questi dati, pur esprimendo riserve sullo scaricamento di torrent da computer professionali.

Questa nuova azione legale segue una prima denuncia presentata nel 2023, respinta dal giudice federale Vince Chhabria. Gli autori affermano che queste nuove prove non solo rafforzano le loro accuse originali di violazione del copyright, ma potrebbero anche giustificare l’aggiunta di un’accusa di frode informatica.

Il contesto è particolarmente sensibile per Meta, che utilizza questi dati per addestrare Llama, il suo modello linguistico che alimenta i suoi chatbot. Già l’anno scorso un tribunale federale di New York aveva condannato a pagare gli operatori anonimi di LibGen 30 milioni di dollari di danni a un gruppo di editori per violazione del copyright.

Questo caso fa parte di un dibattito più ampio sull’uso di contenuti protetti per la formazione di modelli di intelligenza artificiale generativa. I professionisti creativi e gli editori avvertono dei rischi che queste pratiche comportano per i loro mezzi di sussistenza e per i loro modelli economici.

Sebbene il giudice Chhabria abbia acconsentito alla presentazione di una denuncia modificata, ha espresso ddubita delle possibilità di successo delle accuse di frode. Meta deve ancora rispondere pubblicamente a queste nuove accuse.

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