l'essenziale
I due coautori hanno trascorso due anni a compilare una ricerca secolare sulla grotta di Portel, con i suoi notevoli dipinti magdaleniani.
Sabato 21 dicembre 2024, Jean Pierre Alzieu e Régis Vézian sono venuti per un autografo alla libreria Surre di Foix. Sono venuti per incontrare i futuri lettori della loro opera colossale “La grotta decorata di Portel, capolavoro dell'arte preistorica”.
Al loro arrivo, molti acquirenti sono accorsi a questo acquisto firmato dai coautori, che hanno messo ciascuno la propria scienza al servizio di quest'opera. Jean-Pierre Alzieu era un veterinario; Régis Vézian è stato insegnante-ricercatore presso la scuola di ingegneria di Tolosa. Non bisogna dimenticare anche Jean Vézian, padre di Régis, agronomo a Lauragais morto nel 2011, che non è coautore ma ha partecipato attivamente fino alla sua morte al lavoro di ricerca iniziato nel 2000 scattando fotografie e schedature su ogni dipinto: un pezzo di lavoro titanico che i coautori hanno voluto mettere in risalto.
Per quanto riguarda l'opera in sé, il suo oggetto è una grotta, situata a Pas du Portel – da non confondere con Col du Portel! -, comune di Loubens, decorato con 100 dipinti di epoca magdaleniana e premagdaleniana, a circa 12 chilometri da Foix.
Questi capolavori rappresentano animali selvatici tra cui un magnifico bisonte.
Con le sue 304 pagine e 404 illustrazioni, l'opera rientra in quelli che chiamiamo “bei libri” e segue una lunga tradizione. La prima monografia completa sulla grotta risale al 1908 ed è stata scritta in francese (ne esiste anche una scritta in spagnolo che non è mai stata tradotta). Dopo cento anni di ricerche, la grotta è oggi conosciuta a livello internazionale ed è di proprietà della famiglia Vézian.
Dipinti perfettamente conservati
Régis Vézian afferma che “non sarà mai aperto al grande pubblico. È visitato da paleontologi e amici sei volte all'anno. La sua profondità è di 250 metri, divisa in tre gallerie, due delle quali di difficile accesso metri, gli altri 2,50 metri. Lì i dipinti sono perfettamente conservati, aggiunge, grazie alla temperatura costante di 11°.
Ci sono voluti due anni di scrittura, a partire da settembre 2022, per analizzare la grotta nel dettaglio, grazie a ricerche secolari. Jean Pierre Alzieu aggiunge: “Abbiamo voluto scrivere un lavoro esaustivo, perché abbiamo beneficiato di un software speciale che ci permette di vedere i dipinti come erano in origine. Il colore rosso è dominante sulle pareti, è un segno di sacralizzazione”.
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