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Parigi. Filarmonica, Grande Salle Pierre Boulez. 25-XI-2024. Heiner Goebbels (nato nel 1952): A House of Call – My Imaginary Notebook, raccolta di canzoni per orchestra; strumentazione di Heiner Goebbels e Diego Ramos Rodrigues. Luci: Heiner Goebbels, Hendrik Borowski. Proiezione sonora: Norbert Ommer. Ensemble Modern Orchestra, direttore: Vimbayi Kaziboni
Nell'ambito del Festival d'Autunno e in occasione dell'uscita del libro di scritti di Heiner Goebbels dal titolo Contro l’opera d’arte totale pubblicato dalla Philharmonie de Paris, Una casa di chiamata – Il mio taccuino immaginario di Heiner Goebbels porta sul palco della Salle Pierre Boulez l'Ensemble Modern Orchestra con cui il compositore tedesco collabora da più di 25 anni.
L'opera scritta nel 2021 fa appello alla grande orchestra alla quale i soci di Goebbels registrarono voci da lui stesso raccolte durante i suoi viaggi e incontri o che provengono dal Phonogramm-Archiv di Berlino dove si recò per svolgere le sue ricerche: “ una raccolta fonografica tratta dal mio taccuino immaginario”, dice, suggerendo cose che a volte sono completamente nuove e non sempre identificabili con precisione. Costituiscono “un ciclo di chiamate” (Una casa di chiamate) che passano attraverso gli altoparlanti (la proiezione sonora è curata da Norbert Ommer) e che l'orchestra sostiene e accompagna, “come in una risposta laica”, precisa ancora il compositore. Le voci sono spesso lontane, con la loro dose di parassiti, talvolta registrate dagli antropologi su cilindri di cera. È tutto ciò che trasmettono di storia, di messaggi dimenticati, di memoria (ogni registrazione è accompagnata dalla sua scheda descrittiva) all'incrocio tra canto e parole, che Heiner Goebbels ha voluto risvegliare attraverso l'orchestra sinfonica amplificata che ne riverbera l'aura.
L'orchestra a fiati a tre occupa l'intero spazio del palco, posizionata verso il direttore Vimbayi Kaziboni che dirige col cuore, un clic nell'orecchio per essere in sincronia con il supporto dei suoni fissi. Quattro gruppi di percussioni sono schierati in fondo al palco, la falange tedesca di Francoforte accoglie sui suoi leggii un'arpa, un pianoforte, due chitarre (acustica ed elettrica), un santur e una fisarmonica, tanti i colori che saranno protagonisti . Nel corso delle registrazioni – un mosaico di quindici titoli divisi in quattro capitoli – la formazione orchestrale si modifica, liberando per un momento la massa degli archi acuti per mantenere in scena solo la forza della big band e il suo impatto ritmico.
Il concerto inizia senza preavviso (Entrata : Una risposta alle repliche), che pone Pierre Boulez in testa al cartellone, con l'orchestra che ruggisce con una sorprendente ricchezza di suoni fino a una rottura netta, come un lampo di luce: è lo stesso compositore, coadiuvato da Hendrik Borowski, a mettere in risalto un'opera che vuole essere uno spettacolo anche per gli occhi. La prima parte, Forbici per carta da sasso (“Peter Scissors Sheet”) trasporta un materiale essenzialmente eterogeneo, dando voce a voci teatrali frammentate dall'orchestra (Sempre la stessa pietra) o quelli del sito di Berlino (In costruzione) e i suoi rumori che integrano la scrittura orchestrale. Comprendiamo meglio le intenzioni del compositore in Grana di vocesecondo capitolo, dove la registrazione talvolta tenue dell'archivio sonoro (le voci dei prigionieri di Nu Stiri) dà origine a leghe strumentali tanto inaspettate quanto originali. Le risposte sono muscolari e la ritmica dominante Cera e violenza (Cera e violenza) i cui quattro numeri evidenziano le molle di percussioni molto attive. Quando le parole finiscono (“Quando le parole sono scomparse”) cita Beckett e costituisce il capitolo conclusivo di una maggiore economia di mezzi, che guarda all’azione rituale (Sono nel mezzo). Partecipa l'intera orchestra, dando voce agli stessi strumentisti, su un'unica corda di recitazione: una sorta di mantra che unisce gesto e parola che ricorda lo stile di Stockhausen.
Crediti fotografici: © Ondine Bertrand/Cheeese
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Parigi. Filarmonica, Grande Salle Pierre Boulez. 25-XI-2024. Heiner Goebbels (nato nel 1952): A House of Call – My Imaginary Notebook, raccolta di canzoni per orchestra; strumentazione di Heiner Goebbels e Diego Ramos Rodrigues. Luci: Heiner Goebbels, Hendrik Borowski. Proiezione sonora: Norbert Ommer. Ensemble Modern Orchestra, direttore: Vimbayi Kaziboni
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