La cronaca letteraria/Tutta la bellezza del mondo

La cronaca letteraria/Tutta la bellezza del mondo
La cronaca letteraria/Tutta la bellezza del mondo
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In un mondo in cui i nostri occhi hanno difficoltà a vedere, per il nostro cuore, la bellezza che ci circonda, i libri ne sono spesso i depositari e i vettori.

In effetti, la bellezza del mondo trova rifugio nei mondi libreschi, offrendoci, per il tempo di una lettura ma anche per la portata di un’impronta, lo spettacolo mirabile delle mattine luminose in piena luce, del maestoso mezzogiorno scintillante e della sera con dolcezza evanescente. Tanto che in noi tutto il tempo e lo spazio sono trasfigurati, toccati dalla grazia.

Una grazia che, però, esige che sappiamo prestarci ad essa, come l’acqua che scorre, pena la perdita, esige un ricettacolo. Ed è qui che l’altra bellezza, quella dei valori, delle grandi idee, che sempre ci salvano dalla piccolezza degli uomini e dalla ristrettezza delle contingenze, si manifesta a noi, attraverso le grandi opere.

Grandi non per il successo, la fama o i volumi successivi, ma per la loro capacità, anche incidentale, di manifestare quanta bellezza possa essere pensata e realizzata dagli esseri umani, anche se, ed è così, un personaggio, una trama, una scena semplice, un racconto shakespeariano. linea, un titolo di Mammeri portato sullo schermo o, addirittura, un verso libero, senza metro, senza rime e senza strofe.

Basta una sola parola per dare un senso, perché parafrasando Eluard, “con la sua potenza, ricominciamo la nostra vita” e possiamo vedere lì ciò che l’esistenza e tutti gli altri ci hanno impedito di conoscere e nominare la libertà, madre di tutti i valori. rettitudine, rispetto, aiuto reciproco, impegno, benevolenza e tante altre cose belle, che il mondo di oggi cerca di confondere ma che i libri si sforzano di salvaguardare e di illustrare.

La bellezza del mondo non è più quella di un paesaggio cosiddetto romantico, di un momento o di un’opera d’arte, ma quella dell’uso che ne facciamo e del merito che abbiamo nell’esserne degni. Un dovere di dignità, che, un po’ contrariamente a ciò che la frase Studioso intende con il libro, si impara anche nei libri e non solo nei più dotti, ma anche in ogni romanzo, in ogni racconto e in ogni poesia nella misura di questo dovere, al livello di un’umanità nata libera e che tuttavia si ritrova ridotta in schiavitù, dall’odio e dall’anatema, dal diktat del più forte, dalla stupidità spacciata e dall’impoverimento intellettuale di cui i social network sono il riflesso.

I libri, nella loro diversità di punti di vista, hanno questa capacità di spiegare il mondo e di metterlo in luce, per chi sa vedere il meglio, ritrovando nelle parole il significato primario, quello di Dio che le insegna ad Adamo, in una contesto che riunisce, appunto, la libertà di pensare, di discernere, che gli angeli non possedevano, e la conseguente dignità di essere, di essere, che il divino ha consacrato ordinandoci di prostrarci davanti al primo uomo, la cui “bellezza” già emozionava gelosia malvagia.

Una gelosia molto cattiva, diabolica, che in questo mese di giugno ci viene in mente, pensando a coloro che ne furono vittime negli anni disastrosi, che videro un rivoluzionario esperto, uno scrittore rivoluzionario e un bardo ribelle, Boudiaf , Djaout e Matoub, tutti e tre maestri della parola, ciascuno a modo suo, cadono orribilmente sotto i proiettili assassini. La notte ha paura del sole osservava il titolo del film di Mustapha Badie e il sole è, qui, lo svelamento della verità che ogni libro dell’intelligenza porta con sé, perché ogni opera è prima di tutto l’espressione di un pensiero che rivela bellezza, costruisce la storia di cui abbiamo bisogno e scacciare la bruttezza che è la falsità. La falsità non è destinata a soccombere?

Attraverso la bellezza delle parole, attraverso la letteratura e la sua portata significante, si svela la bellezza intelligibile del mondo e si esprime la bellezza dei valori e dei principi, costituendosi nella verità, non tanto intangibile e incontrastata, quanto autentica, sincera e plurale. La bellezza dimenticata, trascurata, nascosta, negata o disprezzata, prigioniera dell’ingiustizia, della negazione e della mediocrità, sega le sbarre della sua cella ad ogni riga letta e fugge dalle carceri ad ogni pagina letta.

Il mondo, a poco a poco, assume nuovi contorni e assume nuovi orizzonti, fatti dei colori della speranza e delle promesse di una primavera che verrà, dove si conoscerà il tesoro nascosto. Cerca la bellezza e la troverai. Un altro mondo, la possibilità di un altro mondo è dentro di noi, come un’isola galleggiante, come un paradiso perduto, che ogni libro ci aiuta a ritrovare.

Naturalmente ci saranno sempre dei detrattori, anche tra coloro che affermano di affidarsi ai libri, che li criticano, che mostrano disprezzo e scetticismo, giudicando che sia troppo dare alle parole il potere di trasformare il mondo, ritirandosi davanti la spada e i dollari, la forza e l’arroganza, che però avrà sempre paura di qualche frase, disegnando il mondo in modo ben diverso, facendoci comprendere i segni primari, quelli dell’arte, della letteratura e dell’elevazione. Quelli dell’umanità più bella.

Par Ahmed Benzelikha

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