Incontrare
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L'autore americano ha pubblicato in Francia “Dogrun”, pubblicato negli Stati Uniti nel 2000, un romanzo che ha la stessa energia frantumata di “Fuck Up”, racconto cult inaugurale della sua opera.
Al nostro fotografo che dice: “Santi capelli!” risponde senza battere ciglio: “noi armeni siamo davvero tutto ciò che ci resta”. Arthur Nersesian è l'immagine esatta dei suoi libri: acidi ma caldi; morbido e fragile, come il carbone. Autore newyorkese nel senso più stretto del termine (“Sono nato a New York, mio padre è nato a New York, mio nonno è nato a New York”), con l'unica differenza che non scrive di New York ma contro New York. Una lotta brutale, feroce, estenuante – quando a fine settembre apre la porta della sua camera d'albergo a Vincennes, dove è invitato al festival America, sembra un concorrente demolito in un combattimento di gladiatori: scarmigliato, esilarante , aggrappato ai resti di un formidabile disordine, sorpreso di poter ancora reggersi in piedi. Se negli Stati Uniti il confronto dura da più di trent’anni, durante i quali ha pubblicato undici romanzi e quattro opere teatrali, in Francia è solo alle primissime battute: Fanculoracconto inaugurale di culto, è stato tradotto solo l'anno scorso dalle Editions la Croisée. Un elettrico vagabondare nella New York degli anni '80 tra cinema porno, stranezze cosmiche ed enormi pozzanghere di vomito, autopubblicato all'inizio degli anni '90, prima di essere ripescato nel sottosuolo da Akashic Bo
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