Nel suo libro, Paul Guilhot ci porta alla scoperta delle numerose comunità cristiane del Béarn.

Nel suo libro, Paul Guilhot ci porta alla scoperta delle numerose comunità cristiane del Béarn.
Nel suo libro, Paul Guilhot ci porta alla scoperta delle numerose comunità cristiane del Béarn.
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Paul Guilhot ha allora l’idea di andare a (ri)scoprire il mondo cristiano a Béarn. Certo, le chiese si stanno spopolando un po’ ovunque e le vocazioni di sacerdoti si fanno sempre più rare, al punto che il neo nominato Vescovo di Bayonne ha lanciato una preghiera di Adorazione perpetua (24 ore su 24, 7 giorni su 7) per favorire le vocazioni. Dal libro apprendiamo anche che questa iniziativa di mons. Aillet è ancora attuale nella diocesi grazie all’incredibile mobilitazione di alcuni fedeli.

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In effetti, impariamo moltissime cose da questo libro, che potremmo paragonare soprattutto ai “mook”, questi diari intermedi tra libro e rivista, come l’impaginazione dinamica, la copertina accattivante, la grafica molto moderna e ariosa sono ricorda le qualità giornalistiche dell’autore, divenuto poi direttore di un’agenzia di comunicazione e ora in pensione attiva, come questa pubblicazione ne è la prova.


“Ancora vivo e vegeto” è stato pubblicato da Texto. Viene venduto a 23 euro per 128 pagine dense ed emozionanti.

Riproduzione PP

“Ancora vivo e vegeto” proclama la copertina, con la foto di un concerto del gruppo rock cristiano francese Glorious, che, qualche anno fa, riuniva centinaia di giovani. “Due cifre dimostrano che la Chiesa non è moribonda: quale istituzione può riunire 1,5 milioni di giovani nello stesso luogo come è avvenuto all’ultima Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona? E che dire di questi 16.000 giovani partecipanti al pellegrinaggio tra Parigi e Chartres, costringendoli a tagliare le strade per un fine settimana? », si chiede Paul Guilhot, che per due anni è andato ad incontrare i cristiani nel Béarn.

In effetti, la sua curiosa e documentata immersione nelle diverse comunità sorprende, prima per il loro numero, poi per la loro diversità. Perché ci sono anche numerosi protestanti, evangelici, pentecostali, cristiani orientali e persino cattolici ortodossi o cattolici orientali che hanno ben 24 chiese diverse!

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L’autore ci porta, ad esempio, agli avventisti, che ad ogni messa lavano i piedi ai loro vicini, o a questi sorprendenti e discretissimi “Darbysts”, un ramo dell’anglicanesimo inventato da John Darby, un pastore britannico che ha tradotto la Bibbia in francese durante i suoi soggiorni a Pau nel XIX secolo e formò “Assemblee di fratelli”, senza capo né pastore.

Il ritorno del latino

Anche la Chiesa di Roma, che si credeva una e indivisibile, offre variazioni, se non altro nell’interpretazione del Vaticano II e nel ritorno alla messa in latino, che divide i fedeli. Su questo punto Paul Guilhot ha cercato di avere il punto di vista del giornalista, “senza aggressività ma nemmeno compiacimento”. Il che porta a incontri sorprendenti in una chiesa di Pau dove si riunisce la Fraternità Sacerdotale di Saint-Pierre. Il sacerdote celebra la messa dando le spalle ai fedeli, con brani in latino.

“Quando cantiamo un kyrie del X secolo, è commovente dire che condividiamo la stessa fede dei cristiani di quel tempo”, giustifica un giovane fedele respingendo l’accusa di “tradis”. Paul Guilhot fa comunque l’osservazione: incontriamo molti giovani in queste messe, il che gli fa dire che “la tradizione ha un futuro” e si interroga in un altro capitolo su un “Ritorno al futuro”.

Ecologia integrale

Ma la battuta di Paul Guilhot non si concentra solo sui dissidi liturgici (o ideologici?) che attraversano la Chiesa cattolica romana. Innanzitutto va incontro a questi cristiani di Pau o del mondo rurale, che vivono la loro fede, e spesso donano senza contare. Questi volontari dell’Estanguet, casa di accoglienza che accoglie i senzatetto di Pau dal 1982, questi visitatori del carcere o delle case di cura, che rompono la solitudine e tendono una mano, questi giardinieri di nuova concezione, facilitatori dell’associazione dei Fioretti di St-François d’Assises, che coltivano un terreno dietro la chiesa di Sainte-Thérèse in permacultura, secondo il messaggio papale di “ecologia integrale”, e coinvolgono i migranti nell’avventura.

Troviamo anche interviste a preti, cattolici e non, quella con Christine; un medico cattolico che lavora in un’unità di cure palliative e inevitabilmente mette in discussione la legge bioetica, o la sorprendente intervista con padre Thimotée, il prete esorcista della diocesi che racconta semplicemente la sua lotta con il diavolo!

In breve, un libro perfettamente ecumenico, di grande impatto e al livello di uomini e donne, che mostra la diversità spirituale del Béarn, ancoraggio dell’eredità cattolica ma anche riformata, derivante da una lunga tradizione storica. Consigliato anche agli atei!

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