Intrigante e affascinante come sempre, Maxime Chattam colpisce ancora con un’opera davvero misteriosa. Mentre ci immergiamo in una storia ambientata su un televisore, è possibile che il romanziere si sia ispirato a sua moglie e conduttrice televisiva, Faustine Bollaert? Questo giovedì 7 novembre, l’autore ha risposto a questa domanda, in esclusiva, per Télé Loisirs.
Prime Time: il nuovo romanzo di Maxime Chattam
Non potrai mettere giù neanche questo! Prima ora Di Massimo Chattam racconta la terribile storia della presa di ostaggi avvenuta su un televisore. Il telegiornale si trasforma in una vera e propria scena horror. Tuttavia, sempre dal vivo, partecipano milioni di spettatori. Allo stesso tempo, il lettore è completamente coinvolto nella storia. Il marito di Faustine Bollaert moltiplica le sorprese e i momenti di tensione per affascinare fino all’esito finale.
Pubblicato in Edizioni Albin Michel, 30 ottobre 2024, questa trama non era quella che aveva in mente all’inizio della stesura. L’attore rivela a Tele-tempo libero idea alla quale poi rinunciò: “All’inizio volevo raccontare la vita di un animatore con tutto ciò che implica e lì mi resi conto che ero molto influenzato da Faustine”. Sebbene la trama di Prime Time sia molto intrigante, possiamo dire che questa sarebbe stata altrettanto interessante.
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Maxime Chattam si è ispirato alla moglie Faustine Bollaert per scrivere Prime Time?
In esclusiva per Télé Loisirs, giovedì 7 novembre, l’autore ha parlato della stesura del suo romanzo. E allora, che dire della sua ispirazione? Maxime Chattam dice: “Vale a dire, c’è la parte del conscio e dell’inconscio Per un romanziere a cui piace scrivere thriller, ovviamente, un televisore è estremamente attraente perché “si può fare così tanto, ce ne sono così tanti. opzioni”.
Per molto tempo il romanziere si era proibito di scrivere sul mondo della televisione per paura di influenzare l’immagine di sua moglie Faustine Bollaert. Maxime Chattam spiega: “Ho avuto paura per molto tempo che attraverso le mie parole e quello che avrei detto, la gente avrebbe giudicato mia moglie. Soprattutto non volevo che andassimo in quella direzione. Se un giorno, lei avesse qualcosa da dire della TV, è grande e lo farà da sola. Non ha bisogno di me. […] E poi a un certo punto mi sono detto che dopo tredici anni era ora di cominciare.” Infine, l’autore ammette che sicuramente c’era un elemento inconscio nella scrittura di questo romanzo.
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