dì addio alla tua sorella invisibile

-
>>

A Londra, nel 2012. MALIK NEJMI/AGENZIA VU

“Il libro di Aïcha” (El libro de Aisha), di Sylvia Aguilar Zélény, traduzione dallo spagnolo (Messico) di Julia Chardavoine, Le Bruit du monde, 196 p., 21 €, digitale 15 €.

Brillante, indipendente, coinvolta nei movimenti di protesta studentesca, poi negli studi di dottorato in economia, la giovane Patricia aveva davanti a sé un futuro promettente. Pochi anni dopo aver lasciato la casa della sua famiglia in Messico per studiare in Inghilterra, si sposò, si convertì all'Islam, le fu dato un nome musulmano e il suo corpo coperto dalla testa ai piedi. Abbandona le sue ambizioni professionali e presto interrompe ogni contatto con la famiglia.

Come è arrivata lì? Come affrontare questa assenza? La domanda tormenta sua sorella, la scrittrice Sylvia Aguilar Zélény, nata nel 1973 a Hermosillo, nel nord del Messico. Aveva 7 anni quando il suo figlio maggiore (quattordici anni) se ne andò di casa; 12, l'ultima volta che l'ha vista. Poi, in visita dal suo nuovo marito, un turco di nome Sayed, la giovane sposa non aveva più niente a che fare con quello che la sua famiglia aveva conosciuto, scrive Aguilar Zélény in Il Libro di'Aisha. In questo secondo romanzo tradotto dopo Bidone della spazzatura (Le Bruit du monde, 2023), tenta di ricostruire, attraverso frammenti, il viaggio della giovane e l'esplosione causata dalla sua radicale trasformazione.

Sylvia Aguilar Zélény ha redatto una prima versione di questo testo nel 2005. “Avevo adottato il punto di vista di un narratore onnisciente, come nel 19° secoloe secolo, per raccontare la storia di una donna coinvolta in una forma di setta”spiega. Ma, al termine di una residenza di scrittura a San Diego (California), l'anno successivo, se ne rende conto “la finzione copre la storia con un altro tipo di velo”. E che fa di sua sorella un personaggio di un romanzo molto lontano da quello che era realmente – il manoscritto allora era giustamente intitolato “A distanza”.

La scoperta di un'altra forma di racconto è stata rivelata a Sylvia Aguilar Zélény durante questa stessa residenza, con la lettura di Jane, un omicidiodi Maggie Nelson (Il seminterrato, 2021). In questo libro dedicato alla morte della zia, assassinata nel 1969 mentre era studentessa di giurisprudenza nel Michigan, la scrittrice americana unisce racconto, estratti di diari, conversazioni con la madre, riflessioni personali, autobiografia ed elementi di indagine su un genere di “poesia saggistica”. Una rivelazione per il romanziere messicano. Dovrà però attendere altri otto anni – e il terremoto provocato dalla morte di uno dei suoi due fratelli – per permettersi di riprendere il suo testo. Nel frattempo si trasferisce a El Paso (Texas), dove studia e poi insegna scrittura creativa all'università: è lì, dall'altra parte del confine messicano, che trova “lo spazio e il tempo necessari” rituffarsi nel trauma familiare.

Ti resta il 63,48% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

PREV Joseph Farnel, decano degli scrittori alla Fiera del Libro di Brive
NEXT Kamel Daoud, Gaël Faye e Miguel Bonnefoy nell'albo d'onore – Libération