La regina Claudine di Paul Fournel – Libération

La regina Claudine di Paul Fournel – Libération
La regina Claudine di Paul Fournel – Libération
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Nell’opera di Paul Fournel (nato nel 1947 a Saint-Etienne, Oulipian dal 1972, scrittore, poeta, drammaturgo, ex editore, con più di trenta libri al suo attivo), “la grande Claudine” si sta divertendo moltissimo. Coloro che hanno letto, dello stesso autore, i Grandi Sognatori, area fieristica (Seuil, 1982 e 1999) o, più recentemente, IL Il libro di Gabert (POL, 2023) la conosco già, ma è la prima volta che è in cima alla classifica. Altri potranno scoprirlo senza difficoltà poiché non è necessario essere introdotti da molto tempo per apprezzare Claudine – e per apprezzare Immagina Claudia, è anche cominciare col dire che si può, perché no, cominciare da lì.

Immagina Claudia, davvero, è un bel titolo: ti viene voglia di aprire il volume (che guarda caso è una raccolta di racconti) e puoi immaginare quello che vuoi. E poi Claudine, è un bel nome, un po’ datato (ricordiamo la serie Colette: Claudine a scuola, Claudine a casa…), saggio come un quadro (vedi il collare Claudine) o comunque innocuo. Una volta che inizierai a leggere, ti renderai conto che in realtà si tratta di una citazione troncata di una certa Odette: “Immagina, Claudine, se vinciamo…” Odette e Claudine partecipano quindi in coppia al gioco dei mille euro e avremo già riconsiderato il nostro giudizio sulle Claudine.

“Un cubetto di caffè al prezzo di una caffettiera, grazie!”

Claudine, la chiusura della salumeria la lascia senza parole. “Ci stabiliremo nel Sud” glielo disse il macellaio, e Claudine pensò: “E perché non direttamente tra i negri?” Claudine vive nel villaggio immaginario di Chamoison, nell’Alta Loira, dove nulla va per il verso giusto dalla costruzione di un’autostrada che la collega direttamente a Saint-Justin (città di “più di centomila abitanti”). “Da Saint-Justin, Claudine odia tutto”, ma lei ci va lo stesso a fare la spesa e a far incazzare tutti (se non trova posto sull’autobus, “fa finta di sistemarsi il vestito” e minaccia i passeggeri di presentarsi “il suo ano artificiale”). Ogni volta che visita Saint-Justin, va al ristorante “Au Steak Pommes Frites” dove mangia bistecca e patatine fritte, prima di rinunciare al caffè. (“Un cubetto di caffè al prezzo di una caffettiera, grazie!”) Durante le marce bianche, Claudine veste di nero.

Se Claudine è qui regina nel suo regno, altri protagonisti, il più delle volte rurali, si incrociano Immagina Claudia, per esempio la maestra Thérèse, alle prese con i graffiti nel villaggio: “È Thérèse che ride quando la scopiamo” (non che Thérèse sia particolarmente infastidita dal messaggio, “visto che ha riso davvero quando l’abbiamo scopata”, ma soprattutto per il fatto che si estende oltre il cancello della scuola). Oppure la vedova Wasserman, in dialogo diretto con il marito e che alla fine lo raggiungerà, molto più discreta di Claudine. “Per fortuna il fornaio si è accorto che le era rimasta mezza baguette la sera prima di chiudere il negozio, altrimenti il ​​villaggio non avrebbe mai saputo che la vedova Wassermann era morta nel suo garage.”

Una succosa operazione immobiliare

Ma torniamo al “grande Claudine” – una notizia su tre lo consente ed è sempre bello ascoltarle. Ad un certo punto, Claudine ha un gatto. Lo battezza “D’oro”, Poi “Melone” finché Melon diede alla luce quattro gattini. “In fretta, Melon divenne Minette e loro si adattarono alle loro abitudini da ragazzine.” Minette è selvaggia quanto Claudine, entrambe devono essere domate: “Minette ha imparato a fare le fusa e Claudine ad accarezzare”. È sicuramente una cosa molto bella da leggere, ma non contare su Claudine per coccolarti a lungo: più tardi, la nostra eroina, arricchitasi grazie a una lucrosa operazione immobiliare, diventa presidente di un’associazione chiamata “SOS cagnolini-gattini” e ne approfittò per ucciderne alcuni (Minette, di cui non avremo mai più notizie, aveva fatto pipì sul suo letto).

Da Claudine, che sarà successivamente proprietaria di un ristorante (non “Con bistecca e patatine fritte”, un altro) quindi insegnante di ginnastica, possiamo dire che lo è “una donna con idee”. Non manca neanche a Paul Fournel, a suo agio nella forma breve e nel vincolo. Confidenza o sgarbo, comunque non da parte, chiude la sua raccolta con il racconto “Il vecchietto” come cantava Barbara Solitudine : “Arrivò una mattina, subito dopo colazione, proprio mentre dovevo uscire per andare al lavoro. Si sedette sul divano sottovoce e disse: ‘Mi scusi, mi sento un po’ carico.'” Con Immagina Claudia, chi pedala dall’età di 9 anni dimostra invece di essere ancora, a 77 anni, in perfetta forma.

Paolo Fournel, Immagina Claudia, POL, 208 pp., 18€.

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