vagabondi – Raphaël Somal

vagabondi – Raphaël Somal
Libri vagabondi – Raphaël Somal
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Riprendere : Quattro turni, che rappresentano aperti, un quarantenne divorziato e il suo adolescente eco-ansioso, un premio di guerra nazista restituito alla Francia, un futuro pensionato erotomane e il suo assistente durassiano, una petizione, un cane disturbato dai suoi intestini e uno psicotico gatto . Libri, telefoni che scompaiono. E la Senna che non smette mai di salire.

Critica: “Con un libro non ti annoi mai.” Così termina questo lavoro. Una conclusione che non possiamo che sottoscrivere poiché le vicissitudini di questo caleidoscopio di personaggi intrappolati nelle loro contraddizioni individuali e sconvolti dal ritmo dei nostri disordini sociali, ci hanno tenuto con il fiato sospeso per tutte queste 375 pagine. La storia è ambientata nel cuore della BNF (Biblioteca Nazionale di Francia). Un modo originale per scoprire i suoi misteri e coloro che lo danno vita celebrando l’importanza della riflessione e dell’immaginazione, generate dalla lettura. Un compito che questo terzo romanzo di un autore che merita di essere letto sicuramente assolve. In tutte le pagine ci sono alcune allusioni a L’amante di Lady Chatterleyil ricordo di Marguerite Duras e l’evocazione dei versi di alcuni dei nostri cantanti più emblematici (Aznavour, Dassin, Brel, Croisille, Sardou), prova della vitalità e della diversità di un patrimonio epistolare che non basterà tuttavia a nutrire esseri pronti a qualsiasi compromesso pur di restituire l’immagine di una vita molto più vuota di quanto vogliano ammettere.

Cinque capitoli dipingono, tra tenerezza e ironia, il ritratto di uomini, donne e anche adolescenti bisognosi di ascolto, riconoscimento, denaro e soprattutto amore. Volti così perfettamente disegnati che non abbiamo dubbi di averli già incontrati. Potrebbero addirittura fungere da specchi per noi. Il perno centrale è Maxence Duval. Ha tutte le caratteristiche dell’eterno capro espiatorio. Figlio non voluto, fu allevato da una madre poco affettuosa ma che seppe affinare il suo gusto per la lettura. All’inizio di questo libro, ha difficoltà a riprendersi dalla presa di ostaggi che ha appena subito mentre si recava alla sua banca. Soprattutto da quando la coppia che ha formato con Diane, che alcuni arguti definirebbero facilmente bobos parigini e che i loro amici Pascaline e Franck guardano con disprezzo e invidia, è appena andata in frantumi. Allora si immerge in una solitudine alla quale non sa come avvicinarsi. Ma alla fine, dietro la sua apparenza di magnifico perdente, non sarebbe il più machiavellico di tutti? Perché la penna aspra dell’autore si diverte a spingere insidiosamente i suoi eroi quotidiani dalla luce al chiaroscuro. Lentamente ma inesorabilmente, trasporta il lettore dalla cronaca sociale agrodolce all’audace intrigo poliziesco, suscitando in lui una potente impazienza di andare avanti. E allora, per suggellare definitivamente il destino di questi esseri umani deboli e presuntuosi, l’intervento di Madre Natura e la sua capacità di maledire, che qui si traduce in una gigantesca piena della Senna, scatena un’ultima sferzata di malizia con il ritorno del ora il mitico “tutto ciò che serve” e il suo inevitabile confinamento.

Deridendo in modo accurato e leggero i nostri simili (e noi stessi), il romanziere li ricolloca nella loro piena umanità e li rende immediatamente accattivanti. Ma questo non è il suo unico vantaggio. La sua scrittura incisiva, il suo tono diretto e privo di qualsiasi enfasi proiettano il lettore nel vivo dell’azione senza dargli il tempo di annoiarsi.

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