“Qui non succede mai niente”, vive fuori stagione

“Qui non succede mai niente”, vive fuori stagione
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Nel nuovo romanzo di Olivier Adam c’è tutto ciò che ci piace dell’autore Venti contrari : uomini distrutti, donne coraggiose, una famiglia disfunzionale, un luogo turistico fuori stagione, un paesaggio che plasma chi ci vive, sigarette e whisky… tanto whisky. Ma l’orizzonte sta cambiando. Qui non c’è la Bretagna battuta dal vento, ma un villaggio circondato dalle montagne, sulle rive del lago di Annecy. L’acqua è dolce, ma i temporali sono altrettanto violenti.

Il giorno dopo una serata ubriaca al Café des Sports, il punto d’incontro di chi ha perso l’ascensore sociale – gli stagionali che puliscono alberghi, lavorano alla Proxy, si prendono cura degli anziani -, il corpo senza vita di una donna, un bambino del posto, si trova in riva al mare. Tutto accusa Antoine, il suo amore di una vita, la sua dannata anima gemella, con la quale non si poteva costruire nulla. Il quarantenne, personaggio tipicamente adamesco, è un perdente affettuoso e ipersensibile – “Brutta vita. Maledetto perdente. Un cliente dannatamente buono per la sconfitta e l’abisso”, nelle parole del suo amico d’infanzia. In questo villaggio dove tutti si conoscono fin dalle scuole elementari, le indagini della polizia risveglieranno il passato e sveleranno la vita di coloro che compongono questa comunità.

Libro: “Still standing”, entra in gioco l’umorismo di Khan

Qui non succede mai niente, Olivier Adam, Flammarion, 368 pagine, 22 euro (in libreria mercoledì). (© Flammarion)

Olivier Adam sceglie di affidare la narrazione ai protagonisti del caso. Questo racconto corale ci permette di concentrarci su una ventina di personaggi, di raccontare la vita, l’amicizia, gli amori falliti, i tabù familiari, la violenza nascosta, le coppie che invecchiano e i bambini che amiamo male. Cattura con precisione l’adolescenza – pubblico a cui si rivolge con i romanzi per bambini -, ritraendo in questo testo due bellissimi personaggi ai margini (ancora) della vita adulta. Come spesso accade con i romanzieri, uno scrittore in declino è uno dei protagonisti. Ma al di là dell’autocommiserazione, Olivier Adam usa la voce di questa controfigura per fornire le chiavi della sua scrittura: “Che senso ha raccontare una storia particolare se non è per parlare d’altro, di ciò che conta davvero? La vita che ci passa accanto. Il tempo scorre su di noi. I legami che si sciolgono. Il significato che scivola via. Tutto ciò che ci fa sentire così impotenti, ma che va comunque avanti. »

Adam riesce a focalizzare le sue ossessioni: ci sarà persino una sorella scomparsa e un accenno al Giappone! – evitando l’effetto catalogo, grazie alla tensione del racconto poliziesco. Scavando nella sua amata vena sociale, questa volta prende in prestito i codici del romanzo noir per esprimere il lato oscuro delle persone e della società. Senza dimenticare la sua umanità. Questo lo rende uno dei suoi migliori romanzi.

Qui non succede mai nulla, Olivier Adam, Flammarion, 368 pagine, 22 euro (in libreria mercoledì).

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