Che boccata d’aria fresca! Nan Shepherd ci porta nelle Highlands, più precisamente nei Cairngorms nel nord-est della Scozia, una regione montuosa verso la quale aveva un vero e proprio culto. Qui siamo immersi nella natura selvaggia e incontaminata, che lei descrive con la precisione di un entomologo. Al di là della scoperta di una catena montuosa, è anche la scoperta di una donna innamorata dei grandi spazi che questa storia ci offre.
Un’insegnante di Aberdeen, Nan Shepherd (1893-1981) scrisse il suo libro sui Cairngorms alla fine della seconda guerra mondiale ma non riuscì a trovare un editore. Il suo lavoro rimase nei cassetti fino al 1977, per essere finalmente pubblicato in quella data dalla Aberdeen University Press. Va detto che questi anni ’70 furono segnati da un crescente interesse del pubblico per gli scrittori naturalisti (il fenomeno scrittura della natura). Era il 1977, infatti, che Bruce Chatwin pubblicò Nella Patagonia o che fortuna Non l’Alaska di John McPhee. Sarà l’anno successivo a essere pubblicato Il leopardo delle nevi, famoso libro di Peter Matthiessen. Ma abbiamo dovuto aspettare ancora qualche anno prima che il libro di Nan Shepherd venisse pubblicato in Francia: nel 2019 da Christian Bourgois e ora in formato tascabile.
Nan Shepherd ci racconta di un’area montuosa non ancora contaminata dalla modernità e dall’industria del tempo libero. Ci racconta la sua osmosi con questo ambiente naturale che non smette mai di stupirla durante le sue lunghe passeggiate (da sola ma spesso anche in gruppo) scandite da bivacchi e notti sotto le stelle. Una natura con cui bisogna però sapersi confrontare perché i banchi di nebbia possono in pochi minuti interrompere (a volte gravemente) il cammino verso le vette o verso i laghi. Siamo a più di 1200 metri di altitudine (il punto più alto è Ben Mac Dhui) in un mondo dove scorre acqua da tutte le parti. Lei menziona ripetutamente questi “rivoli d’acqua che cadono dall’altopiano”. Sono “chiari”, ci dice. “In effetti, l’Avon è diventato sinonimo di chiarezza. Contemplando le sue profondità perdiamo il senso del tempo, come il monaco dell’antica fiaba che ascolta il merlo”.
Eccola, un’altra volta, in uno di quegli “angoli” che le piacciono, vicino a un lago “eccezionale”, Coire an Lochain. “Questo lago trae il suo potere dalla sua inaccessibilità”, scrive, “il silenzio gli appartiene. Se le jeep lo trovano, o una funicolare lo deturpa, parte del suo significato sparisce. Qui non c’è posto per il bene della maggioranza”.
Un’opera regionalista?
Per Robert Macfarlane, che fa la prefazione a questo libro, “è essenziale che La montagna viva essere intesa come un’opera regionalista nel suo senso più ampio. Nel secolo scorso il termine aveva assunto una connotazione peggiorativa. La prefazione lamenta questo, citando il grande poeta irlandese Patrick Kavanagh per il quale “il regionale è l’universale. Si tratta del fondamentale”, intendendo con ciò, secondo Macfarlane, che “la conoscenza consiste nello studio attento di ciò che è alla nostra portata”.
Quando si tratta di studio meticoloso, Man Shepherd non lo fa con mezze misure. I suoi Cairngorms sono affrontati in una serie di capitoli ciascuno dedicato a un tema particolare: acqua, gelo e neve, aria e luce, vita (piante), natura morta (uccelli, animali, insetti), natura morta (uomo), sonno, sensi… A proposito dei cinque sensi stimolati dai viaggi in montagna, Nan Shepherd scrive: “Ogni senso esaltato nella sua potenza più delicata è di per sé un’esperienza totale. Questa è l’innocenza che abbiamo perso”.
Questa esperienza intima ha portato ad un graduale cambiamento nel suo approccio alla montagna, inizialmente limitato alla sensazione di altezza o di fatica. A forza di viaggiare attraverso i Cairngorms, ha acquisito la convinzione che l’escursionismo in montagna sia “un viaggio dell’essere”. Perché, aggiunge, «mentre penetro nella vita della montagna, penetro anche nella mia».
Nan Shepherd è morta 43 anni fa. Il suo massiccio scozzese è oggi il parco naturale più grande della Gran Bretagna. È attraversato da sentieri escursionistici e comprende tre impianti sciistici. L’autore è oggi rappresentato sulle banconote scozzesi da cinque sterline. Ciò dimostra la notorietà che ha acquisito.
Pierre TANGUY.
La montagna viva, Nan Shepherd, editore Christian Bourgois, formato tascabile, 2024, 203 pagine, 9,50 euro