“L’ossessione della traccia e della trasmissione”

“L’ossessione della traccia e della trasmissione”
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Eugene, Auguste, Jules… e gli altri sono già al loro quarto lavoro. Per Laurence Gantois-Domange, laureata tedesca che ha insegnato a lungo a Verdun, è però una storia diversa dalle precedenti. “È un primo tentativo di prendere le distanze dalla mia storia”, spiega l’autore della Mosa. Fatto sta che lei esplora, dopo le storie intime Geneviève, Mes Germanys e Ce qui reste (L’Harmattan), l’“identità” maschile in senso lato, basando la sua analisi su esempi certamente tratti dai suoi antenati ma non solo…

Tracce e trasmissione

“Ciò che mi interessa è portare alla luce cosa c’è dietro i ruoli più o meno assunti, sfondare i gusci, vedere l’essere umano nei suoi aspetti teneri e fragili, anche attraenti”. Un approccio in cui la stessa Annie Ernaux lo ha incoraggiato a suo tempo. Un approccio in fondo non molto diverso da quello iniziato con Geneviève, un racconto dedicato a sua madre, che Laurence Gantois-Domange ha scritto durante il difficile lutto in cui l’ha precipitata la scomparsa di quest’ultima nel 2016. Ossessionata dalle tracce e dalla trasmissione, colei che è arrivata a scrivere mettendo su carta il racconto, destinato a suo figlio, del processo della sua adozione a Saigon, non cerca l’intimo fine a se stesso: è solo il veicolo della sua ricerca vera, quella di una forma di verità degli esseri . Un esercizio in cui Laurence Gantois-Domange eccelle e al quale utilizza una scrittura sensibile con formidabile precisione.

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Un’occasione per incontrarlo e discutere delle emozioni e dei ricordi che costellano i suoi libri, capaci, ignorando il tempo, di mantenere in vita persone e luoghi (Ciò che resta, L’Harmattan), e infine di inventare una nuova temporalità. Forse è proprio questa la forza singolare dell’autore, saperci parlare di eternità. Lascia la risposta ai lettori che sono, secondo lei, “gli unici a sapere”.

Festival Le Livre a Metz – Letteratura e giornalismo, dal 19 al 21 aprile.

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