Anne Brochet si svela nel suo libro “L’Armoire de vies”

Anne Brochet si svela nel suo libro “L’Armoire de vies”
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Anne Brochet è una scrittrice, attrice, regista, considerata da molti un’artista unica. Ragazzina, si meraviglia La mia bella signora di George Cukor e poi, a 14 anni, la telenovela Le signore della costa di Nina Companeez la affascina a tal punto che sceglie questa professione, l’attrice. Lei è la toccante Roxane di Cirano de Bergeracdi Jean-Paul Rappeneau, o la commovente Madeleine de Sainte-Colombe in Tutte le mattine del mondo, di Alain Corneau.

Ha pubblicato una sesta opera: Il guardaroba delle vite, pubblicato da Albin Michel. Ci trasporta nei suoi ricordi grazie ai piccoli mobiletti del bagno, quelli in cui ci rivediamo ogni mattina quando ci svegliamo. Inizialmente, questa bambina felice vive in una casa di famiglia fino a quando non viene venduta. Questa vendita rappresenta senza dubbio un enorme punto di svolta nel suo percorso di vita.

franceinfo: Questo incontro faccia a faccia non è un modo per sapere dove sei e il percorso che hai fatto grazie a tutto ciò che ti circonda?

Anne Brochet: Non proprio. Non consapevolmente comunque. Ciò che mi interessava era parlare di questi mobili che adoro. Sono oggetti che mi danno fastidio. È sempre uguale eppure è sempre unico e ripetitivo. Erano anni che volevo parlarne, quindi forse ora è il momento di parlare di questa scatola misteriosa, così dolce e così severa.

È vero che questo è qualcosa che abbiamo tutti in comune. La tua scrittura è ancorata a questo argomento, ci riporta cioè ai nostri ricordi. E’ questo ciò che volevi evidenziare?

All’inizio non volevo scrivere, volevo fare foto con ritratti di persone che parlavano dei loro guardaroba. E poi alla fine, il tempo è finito o mi è scivolato tra le dita e mi sono detto, beh se ne parlo, allora è così che riusciremo a ritrovare la nostra strada e a vederci anche in questi specchi e in questi piccoli prodotti .

“Il mobiletto del bagno racconta la storia del tempo che passa.”

Anna Brochet

su franceinfo

Le prime volte che hai iniziato a recitare sono state con tuo fratello. Siete appassionati di spot pubblicitari ed entrambi li vedete davanti a questo mobiletto del bagno. Sono questi i tuoi primi passi?

In un certo senso sì. Eravamo molto ironici, quindi era principalmente per prendere in giro. Ma la signora di Obao per me è stata più forte di Audrey Hepburn La mia bella signora. Quando ho guardato la serie di Nina Companeez, avrei potuto essere tutti, ma Obao, la donna che entra nel bagnoschiuma, per me era la donna assoluta.

Capiamo anche quanto la fama sia qualcosa che ti ha danneggiato, che ti è stato difficile affrontare?

Sì, mi chiedevo cosa volessero da me. Non era una mancanza di considerazione, ma c’era un’attesa indescrivibile, impercettibile, incomprensibile. Mi sono detta: ma cosa si aspettano da me? E quest’attesa che non aveva un nome preciso, che era un sogno ad occhi aperti, non la capivo. Era un po’ opprimente perché deludevo sempre, vale a dire che quando sei libero, quando vuoi essere libero, deludi.

Eppure non hai deluso le tue aspettative poiché hai ricevuto un César, ogni premio possibile e immaginabile.

Sì, direi che è più dopo.

“Ci aspettiamo sempre di più da qualcuno che non conosciamo ma che sogniamo.”

Anna Brochet

su franceinfo

Cosa ti ha portato il tuo lavoro di attrice?

Ispirazione. Io stesso sono insaziabile. Ho acquisito fiducia nelle mie possibilità creative. Il cinema o il teatro mi ispirano con ancora più scrittura e immaginazione di quanto avrei avuto senza di essi.

Molto giovane e molto presto, avevi questa sensibilità al limite. Dovevi domarlo, in un certo senso, domarlo. Quando provavi un’emozione, correvi davanti allo specchio per vedere come appariva. E ti sei accorto che avevi due profili?

Ah ah, sì… Quando ero piccola, il mondo a volte era così rumoroso che svenivo. E il medico di famiglia ha detto ai miei genitori: “Mettila sul divano, si sveglierà.“Così mi hanno sdraiato e hanno aspettato che mi svegliassi. Apparentemente era la mia ipersensibilità. E poi ho iniziato a interessarmi a quello che stava realmente succedendo. Invece di svenire ogni volta che succedeva. era troppo, potrei come beh andare avanti invece di indietreggiare e scomparire.Io sono andato avanti e addirittura mi sono avvicinato allo specchio ed è così che ho scoperto di avere due profili diversi.

Viviamo attraverso la nostra riflessione, e la nostra attraverso la tua. Ti piace il tuo riflesso di oggi, quello della donna che sei diventata?

C’è una cosa molto strana: la notte, quando vado a dormire, non riesco mai a dirmi che ho i capelli grigi. Quando penso a me stessa, cosa che non accade sempre, mi chiedo che aspetto ho. E ho ancora 37 anni. Credo di essermi fermato lì, eppure è bene accompagnarsi con affetto.

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