Libri: Infolio celebra due artisti vodesi poco conosciuti

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Infolio celebra due artisti vodesi poco conosciuti

Pubblicato oggi alle 08:54

Pubblica da tempo opere d’arte. Troppo, a volte sarei addirittura tentato di dire. Si tratta generalmente di libri grandi e molto costosi, che trattano sempre degli stessi pittori, architetti e talvolta scultori. Aria di déjà vu e déjà vu, anche se per fortuna ci sono novità prestigiose di editori come Arthéna o Fatton in Francia. In Svizzera, che è un paese piccolo, invece, i libri tascabili vengono prodotti a prezzi stracciati. Talvolta vi parlo delle novità introdotte nelle liste del «Saperi svizzero» dell’EPFL Presse. Ci sono anche opuscoli che puoi sfogliare rapidamente per uscire su Infolio. La collezione si chiama anche Presto.

La cappella vodese

A quest’ultimo elenco si aggiungono così due titoli. Entrambi provengono da quella che la mia collega e allo stesso tempo amica Françoise Jaunin (ex “24 Heures”) chiamerebbe “la cappella vodese”. Capite da ciò che si vedono dediti alle glorie cantonali. Anche se la Svizzera francese resta ristretta. Resta minato dal regionalismo. Spesso con un aspetto un po’ arcaico, con Ramuz come figura di spicco tra i vodesi. Ma ho dovuto comunque ammetterlo quando ho visto le mostre che la Banque Cantonale Vaudoise (BCV) propone con le opere di giovani artisti da essa acquistate. Ci sono ancora reputazioni locali. Non tutti vivono in un villaggio globalizzato, dove i valori sono intercambiabili.

Pierre Aubert al lavoro.

Il primo di questi quaderni è dedicato a Marius Borgeaud (1861-1924), originario di Pully. L’uomo iniziò a dipingere sulla quarantina, dopo una vita da bastone da sedia. Dopo un periodo postimpressionista, che lo mette in contatto con Francis Picabia, dona a Brittany un’arte severa, addirittura volutamente cruda. Borgeaud, al quale l’Hermitage di Losanna ha dedicato una retrospettiva nel 2015, ha improvvisamente creato un’opera che oscilla tra la tarda scuola di Pont-Aven, l’arte naif e la modernità. È un borghese declassato, come Louis Soutter. Anche se ha vissuto soprattutto in Francia, la sua gloria resta soprattutto svizzera, davanti ad un pubblico che tuttavia invecchia. Il libro porta il sottotitolo “An Inner Brittany”, che in realtà lo è sia dal lato fisico che da quello mentale. L’uomo ha presentato soprattutto scene ambientate nelle case o nei caffè. L’autore ha voluto contestualizzare Borgeaud, anche se ciò significava talvolta perderlo di vista. Per il resto è molto ben fatto.

Un'altra stanza di Borgeaud, datata 1921.

Con l’“Aubert” presente nella stessa collezione, la prospettiva cambia. L’autore Raphaël Aubert è figlio di Pierre Aubert (1910-1987), quindi un misto di giudizio neutro e ricordi familiari. Essenzialmente incisore, l’artista è nato in una famiglia di contadini nella Vallée de Joux. Ha donato anche alcuni dipinti, quelli riprodotti risalgono soprattutto agli anni ’50, per il resto sono circa un migliaio le sue stampe. Xilografie (ovvero incisioni su legno). Un mondo figurato certamente, ma molto stilizzato. Dal 1962, Pierre Aubert e la sua famiglia vivono a Romainmôtier, un villaggio medievale poi in pieno rinascimento, con artigiani che sostituiscono i vecchi abitanti. Il nome Aubert non è molto conosciuto a Ginevra e nel Vallese. Ma, come vi ho detto, la Svizzera è estremamente campanilistica. E questo anche in terre protestanti. Il testo è ben costruito. Molto informativo. Una base eccellente

L'autoritratto di Pierre Aubert, che costituisce la copertina.

Ecco. È tutto per oggi. I prossimi libri letti saranno per dopo.

Pratico

“Borgeaud, An Interior Brittany”, di Yves Guignard, “Aubert, Anche il nero è un colore” di Raphaël Aubert, entrambi di 64 pagine, delle Editions Infolio.

Nato nel 1948, Etienne Dumont studiato a Ginevra che gli furono di scarsa utilità. Latino, greco, diritto. Avvocato fallito, si dedicò al giornalismo. Molto spesso nelle sezioni culturali, ha lavorato dal marzo 1974 al maggio 2013 alla “Tribune de Genève”, iniziando parlando di cinema. Poi vennero le belle arti e i libri. Per il resto, come potete vedere, nulla da segnalare.Più informazioni

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