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Massacro delle foche in Kazakistan: indagini in corso

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Quasi 2.000 cadaveri di foche del Caspio, una specie minacciata di estinzione in Kazakistan e l’unico mammifero presente in questo mare chiuso, sono stati ritrovati in meno di un mese, hanno annunciato mercoledì le autorità del paese dell’Asia centrale.

Le ragioni di questo massacro non sono ancora state stabilite, in particolare a causa dell’alto livello di decomposizione che ha complicato il prelievo di campioni secondo il Comitato per la Pesca, dipendente dal Ministero dell’Agricoltura.

“In totale, tra il 24 ottobre e il 18 novembre 2024 sono state scoperte 1.989 carcasse di foche morte”, ha affermato in un comunicato stampa il Comitato per la pesca, che continua a monitorare le coste. Una prima valutazione il 7 novembre era di 530 vittime.

Secondo uno specialista dell’Istituto kazako di Idrobiologia ed Ecologia, “l’inquinamento dell’ambiente marino potrebbe essere la probabile causa della morte” delle foche, mentre il Comitato per la pesca punta il dito contro “il rilascio di gas sottomarini a causa dei terremoti. I risultati delle analisi dovrebbero essere noti solo entro tre o quattro mesi.

La foca del Caspio è stata inserita dal Kazakistan e dalla Russia nella lista rossa delle specie rare a rischio di estinzione e soffre di bracconaggio e inquinamento.

Il Caspio è un mare chiuso considerato anche il lago più grande del mondo con i suoi 371.000 km2un’area più grande di quella della Germania, e confina con cinque paesi (Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia, Turkmenistan).

Secondo gli scienziati, l’allarmante calo del livello dell’acqua, abbinato all’aumento della temperatura, mette in pericolo la flora e la fauna marina.

Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il numero di questi mammiferi è diminuito di oltre il 70% nell’ultimo secolo, per poi aumentare nuovamente, secondo le stime delle autorità kazake, fino a circa 270.000.

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