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L’IDF ordina l’evacuazione degli abitanti del nord di Gaza verso il sud e annuncia una “nuova fase della guerra” – Libération

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Da domenica 6 ottobre le immagini degli esodi dal nord di Gaza si sono moltiplicate dando una sensazione di déjà vu. Carretti, motociclette e più raramente automobili sature di borse fuggono verso il sud dell’enclave. Uomini, donne, bambini che trasportano pannolini o acqua. E questa scena, girata nel quartiere di Jabalia: una signora sovraccarica cammina con un gruppo, un telone piegato sopra la testa, una borsa rosa decorata con Winnie the Pooh sulla pancia, un’altra sulla schiena. Chiama il fotografo senza nemmeno fermarsi: “I nostri figli sono morti. I carri armati ci sono passati addosso. Stiamo morendo di fame”.

Dopo un anno caratterizzato da incessanti movimenti di popolazione, verso aree apparentemente sicure ma in costante ridefinizione, l’esercito israeliano ha ordinato domenica “evacuazione” da tutto il nord dell’enclave, da Beit Lahia a Jabalia passando per Gaza City.

Questa zona, che è stata al centro dei bombardamenti e delle operazioni di terra durante i primi mesi di guerra, prima che le truppe israeliane si spostassero a sud verso Rafah e Khan Younes, è già la più colpita dalla distruzione. Prima della guerra in questa zona vivevano più di un milione di persone, oggi, secondo le stime, rimangono alcune centinaia di migliaia di abitanti di Gaza.

L’ordine è stato dato dall’esercito attraverso volantini distribuiti in alcuni quartieri colpiti (come testimoniano le foto pubblicate da vari canali palestinesi) o sui social network tramite il suo portavoce di lingua araba.

L’ordine di evacuazione è stato seguito da un’incursione di terra delle truppe israeliane a Jabalia, la quarta dal 7 ottobre 2023. “La 401a e la 460a divisione completarono l’accerchiamento [Jabalia] e le forze ora continuano ad operare nell’area”, lo ha annunciato domenica l’IDF, precisando che l’operazione sarebbe continuata “per tutto il tempo necessario”.

L’esercito israeliano parla di “nuova fase della guerra”

Su un volantino pubblicato domenica da vari canali palestinesi, poco dopo il primo post del comunicatore dell’IDF, la mappa era accompagnata dal seguente testo, che ControllaNovità l’aveva tradotto: “Agli abitanti del nord della Striscia di Gaza. L’organizzazione terroristica Hamas continua deliberatamente a ripristinare la sua struttura terroristica nelle vostre zone, in aree civili, e vi sfrutta. Usa rifugi e centri medici come scudi umani. Siamo in una nuova fase della guerra, motivo per cui l’IDF sta rilasciando una nuova mappa di evacuazione nel nord della Striscia di Gaza, indicata nel codice QR allegato. Tieni presente che queste aree sono considerate zone di combattimento pericolose. Strade di Al-Rashid [il est précisé que celle-ci jouxte la mer, ndlr] e Salah-al-Din saranno considerate rotte umanitarie per attraversare il sud. L’esercito israeliano continuerà la sua attività ovunque regni il terrorismo”.

Domenica il ministero degli Interni di Hamas si è opposto alle istruzioni israeliane, chiedendo “i cittadini del nord di Gaza ignorino le minacce israeliane”, sostenendo che il loro “Le affermazioni sulla presenza di zone sicure nel sud di Gaza sono bugie, perché Israele commette crimini e massacri in tutte le aree dell’enclave”.

Nella seconda ondata di comunicazione israeliana, che troviamo in diverse foto di volantini distribuiti lunedì, e nel post su X del comunicatore dell’IDF pubblicato lo stesso giorno, l’intera zona è ancora evidenziata in giallo, ma solo i residenti delle città più settentrionali (evidenziati in rosso), compresi Jabalia e Beit Lahia, hanno ordini espliciti di farlo“evacuare immediatamente queste zone” verso Al-Mawasi. Da notare che la strada costiera di Gaza, Salah-al-Din, identificata il giorno prima come via di evacuazione, è stata poi rimossa dalle strade “umanitario” designato dall’IDF, senza che questo ritiro venisse spiegato. Questa non è la prima volta che l’esercito israeliano si mantiene vago sui contorni delle sue zone “umanitarie”, anch’esse oggetto di bombardamenti più volte.

In una dichiarazione rilasciata il 7 ottobre 2024, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha dichiarato che “Secondo le prime informazioni disponibili questa mattina, più di 50.000 persone sono state sfollate nel nord di Gaza e alcuni pazienti hanno lasciato gli ospedali nella zona di evacuazione. Molte altre persone nel nord, incluso nel campo di Jabalia, sono bloccate nelle loro case, impossibilitate a lasciare le proprie case in sicurezza. Finora poche famiglie hanno attraversato Wadi Gaza in direzione sud.»

L’inizio di un piano già citato in diversi media?

Questo ordine “evacuazione” massiccio, molto simile a quello dato dall’esercito israeliano quasi un anno fa, il 13 ottobre 2023, quando a 1 milione di abitanti del nord di Gaza fu ordinato di fuggire prima dell’ingresso delle truppe israeliane nell’enclave.

Ma risuona anche in diversi articoli di stampa delle ultime settimane, che hanno parlato del “piano Eiland” (dal nome del maggiore generale in pensione considerato all’origine). Quest’ultima consisterebbe nell’evacuare la parte settentrionale di Gaza eliminando tutta la popolazione civile, prima di assediare e affamare la zona, tagliando le forniture di acqua e cibo, in modo da costringere le diverse migliaia di combattenti di Hamas che dovrebbero trovare la resa lì. Il 17 settembre, i media israelo-palestinesi +972 hanno menzionato questo piano di “liquidazione totale”, presentandolo come un’ipotesi. “che stava guadagnando terreno”. Pochi giorni dopo, il canale americano CNN e diversi media israeliani hanno riferito della menzione di questo piano davanti alla commissione di difesa del Parlamento da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Diversi commentatori hanno visto nell’ordine di evacuazione del nord di Gaza e nell’offensiva di terra segni dell’attuazione di questo piano. “Finalmente sta accadendo, ha reagito al X Avichay Buaron, uno dei 27 deputati della Knesset (tre dei quali sono ministri) che hanno sostenuto pubblicamente la proposta dell’Eiland. Come avevamo richiesto, […] L’IDF sta evacuando il nord della Striscia di Gaza. Questa è la prima fase del programma. Lo stiamo implementando e questa è una buona cosa”.

L’esercito israeliano non ha rilasciato alcuna dichiarazione in tal senso. E non c’è nulla che confermi, in questa fase, che le operazioni in corso prefigurino lo scenario dell’Eiland.

Aggiornato l’8 ottobre, 18:40. : aggiunta la reazione Ocha

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