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si confida la prima vittima di Taha O. dopo l’omicidio di Philippine

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Alla fine dello scorso giugno, ormai giunto al termine della pena che sconta per stupro dall’ottobre 2021, l’uomo sospettato dell’omicidio dello studente è stato rilasciato. Questa scarcerazione sarà però di breve durata, poiché martedì scorso è stato poi arrestato in Svizzera, ora oggetto di un’inchiesta giudiziaria per stupro e omicidio da parte delle autorità francesi, che hanno fatto sapere che avrebbero chiesto rapidamente la sua estradizione.

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Taha O. avrebbe quindi commesso nuovamente delitto, appena tre mesi dopo la sua scarcerazione. Una tragedia che avrebbe potuto essere evitata, secondo una precedente vittima della stessa persona, che ha parlato per la prima volta questa domenica, 29 settembre, in una lettera indirizzata all’AFP e trasmessa da HuffPost. A condizione di mantenere l’anonimato, chiede maggiori mezzi per prevenire”recidiva di crimini sessisti e sessuali“, chiedendo inoltre “il lancio di una commissione d’inchiesta” riguardo alla recidiva. “Sono la prima vittima di Taha O. Penso a Philippine e alla sua famiglia e sono immensamente triste. Vorrei confortarli, confortare lei, ma ho solo di fronte il vuoto insopportabile lasciato dalla sua morte“, possiamo leggere. “Ho fatto di tutto affinché ciò che mi è successo non si ripetesse. Ho presentato un reclamo […]ho tenuto duro durante i due anni di indagine, istruzione e poi processo, dicendomi che il mio approccio avrebbe protetto le altre donne”poi si lamenta, prima di interrogarsi: “Perché il sistema carcerario non è riuscito a prevenire questa recidiva? Perché non siamo riusciti a fermare questa escalation di violenza che ha portato all’omicidio di una giovane donna?”

L’indagine sull’omicidio premeditato è stata affidata alla brigata criminale della polizia giudiziaria di Parigi.

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