Le nuove autorità siriane hanno annunciato sabato di aver sventato un attacco del gruppo jihadista dello Stato Islamico (IS) contro il mausoleo di Sayyeda Zeinab, un sito venerato dagli sciiti a sud della capitale siriana.
Una fonte dell’intelligence siriana citata dall’agenzia ufficiale Sana ha affermato che le forze di sicurezza “sono riuscite a contrastare un tentativo dell’ISIS di effettuare un attentato all’interno del mausoleo di Sayyeda Zeinab”, aggiungendo che diverse persone sono state arrestate.
Il ministero dell’Interno ha diffuso le foto di quattro persone ritenute “membri della cellula” dell’Isis, aggiungendo che le forze di sicurezza avevano “preso d’assalto il loro nascondiglio” vicino a Damasco.
Queste immagini li mostrano con le mani legate dietro la schiena, con davanti armi ed equipaggiamento militare, oltre ai documenti d’identità di due libanesi e di un rifugiato palestinese residenti in Libano.
A terra sembrano esserci tre ordigni esplosivi, granate, cellulari e banconote.
Si tratta del primo annuncio di questo tipo da parte delle nuove autorità siriane, salite al potere dopo che una coalizione ribelle guidata dal gruppo islamista sunnita Hayat Tahrir al-Sham (HTS) ha rovesciato il potere di Bashar al-Assad.
L’Isis ha più volte rivendicato la responsabilità di attacchi in questo settore, compreso un attacco con ordigni esplosivi il 27 luglio 2023 che ha provocato almeno sei morti e più di 20 feriti nei pressi del santuario sciita, secondo le autorità del potere deposto.
Con la sua moschea dalle ceramiche turchesi e la cupola dorata in stile iraniano, il complesso di Sayyeda Zeinab è stato difeso, dall’inizio della guerra in Siria nel 2011, da miliziani sciiti filo-iraniani, insieme all’esercito di Damasco.
Presa il potere a Damasco, la coalizione ribelle ha circondato il complesso per garantirne la sicurezza, dopo il ritiro dei miliziani sciiti.
La nuova potenza sunnita, che si sforza di inviare segnali positivi alla comunità internazionale, soprattutto in termini di tutela delle minoranze, si trova ad affrontare sfide importanti in un vasto Paese frammentato da oltre 13 anni di conflitto.
Se l’Isis è stato sconfitto in Siria nel 2019 dalle forze curde con il sostegno di una coalizione internazionale, mantiene cellule jihadiste che continuano ad operare dal grande deserto siriano.