Donald Trump tornerà presto alla Casa Bianca. Dalla sua elezione ha già seminato il caos ovunque.
Minaccia il Canada di imporre dazi doganali del 25% e di annetterlo “economicamente” per renderlo il 51° paesee Stato americano. Evoca la forza militare per impadronirsi della Groenlandia e del Canale di Panama. Ecc.
Insomma, Trump sarà un presidente non solo volgare, xenofobo e misogino, ma anche egemonico, autoritario, senza il minimo riguardo per il diritto internazionale. La versione yankee del suo grande amico Vladimir Putin.
Nelle grandi capitali, superata la fase iniziale del baciargli la mano per cercare di persuaderlo, si scivolava nella negazione prima di scontrarsi con il muro della realtà. La realtà di un nuovo ordine mondiale minaccioso, destabilizzante e imprevedibile.
Non c’è nemmeno bisogno di approfondire il nostro caso. Il Canada è guidato da un governo indebolito, da un leader dell’opposizione ufficiale incapace di fare squadra in nome dell’interesse nazionale e da premier provinciali che agiscono in ranghi dispersi.
Almeno, fino ad ora. Perché giocando al lupo cattivo, Trump rischia di risvegliare l’istinto di sopravvivenza in sempre più capi di governo occidentali.
Chiameremo questo “effetto boomerang”. Continua…
Delirio di annessione
Nella terra di Wilfrid Laurier, con il suo delirio di annessione e i suoi insulti notturni sui social media, Trump sta forse risvegliando un certo patriottismo canadese, a lungo sopito?
Ora, tutto questo guazzabuglio, per quanto importante, non è forse il proverbiale albero che nasconde la foresta? Perché al di là del fuoco che sputa, c’è l’instaurazione a Washington di una presidenza che, senza complessi, si anniderà nell’estrema destra dell’arena politica e ideologica.
E no, l’estrema destra non è una creazione della sinistra. In effetti esiste da molto tempo. La notizia preoccupante è che ora sta arrivando in America, al vertice della prima potenza mondiale.
Permea anche la corte di Donald Trump. Tra gli altri, con il suo braccio destro, il multimiliardario Elon Musk. Alla guida della rete X, ne ha già fatto un formidabile strumento di propaganda per l’estrema destra fino in Europa.
Inchinandosi a Trump, Mark Zuckerberg, il grande capo dell’impero Meta, ha appena esentato quest’ultimo da ogni verifica dei fatti. Per il clan trumpista i fatti sarebbero solo “censura” o un oscuro complotto della “sinistra radicale risvegliata”…
Per i restanti scettici
Per i restanti scettici, Politico riferisce inoltre che il presidente Emmanuel Macron non sarebbe stato invitato alla cerimonia di insediamento di Donald Trump, ma che Éric Zemmour, guru caduto dell’estrema destra francese, sarebbe stato con Sarah Knafo, un’eurodeputata di destra, ammiratrice di Trump.
Idem per la musa dell’estrema destra italiana, il primo ministro Giorgia Meloni. Senza contare forse anche il suo compagno di viaggio ungherese, il primo ministro Viktor Orban.
Senza nemmeno aver conservato il suo bottino presidenziale nello Studio Ovale, Trump mostra sempre di più il suo vero volto. Il volto di un’estrema destra incontrastata sul trono di Washington.
Alcuni dicono che dobbiamo mantenere la calma di fronte a Trump. Forse è così. La realtà, tuttavia, è che questo nuovo ordine mondiale, alimentato da una mega macchina di propaganda gestita dalla sua corte di multimiliardari, è agghiacciante.
Per affrontarlo, i leader occidentali, almeno quelli democratici, dovranno lavorare insieme come mai prima d’ora. La situazione è grave.
Con Donald Trump, la strategia della pacificazione o dei futili tweet arrabbiati non è un’opzione praticabile. Si cerca una forte leadership politica.