ritenuto troppo morbido nei confronti dello Stato, il governo indipendentista rovesciato dagli attivisti non indipendentisti

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L'ex presidente del governo della Nuova Caledonia, Louis Mapou, a Nouméa, l'8 giugno 2024. DELPHINE MAYEUR/AFP

C'erano pochi misteri sulla sua partenza. Il primo presidente indipendentista della Nuova Caledonia ha dichiarato di essere in congedo per diverse settimane. Dopo che Roch Wamytan è stato spodestato dal trono del Congress, l'assemblea deliberativa del territorio, il 29 agosto, Louis Mapou è stato deposto martedì 24 dicembre, in seguito alle dimissioni del membro del governo dell'insieme caledoniano, Jérémie Katidjo Monnier (non – indipendenza).

Da settimane ormai i rappresentanti eletti del Congresso e del governo sono in disaccordo sulla questione della ricostruzione della Nuova Caledonia, con il partito di centrodestra Caledonia Together a capo della protesta. Il presidente del partito, Philippe Gomès, non ha parole abbastanza dure per descrivere le condizioni imposte dal Ministero dell'Economia sugli aiuti per la ricostruzione del territorio: “Bercy pratica la tecnica dello strangolatore ottomano, arrivano da dietro con un laccio e ti soffocano lentamente. » Nel suo mirino il miliardo di euro di aiuti, concessi sotto forma di prestito, che sarà “mettere le generazioni future in debito duraturo” e a cui si accompagna l’obbligo di adottare tutta una serie di riforme fiscali entro la fine dell’anno. «Tanto vale fare un'iniezione letale a una persona morenteafferma il prescelto. Louis Mapou decide da solo, dimentica che viene direttamente dal Congresso e viene a dirci a metà dicembre: “Votate per questo, altrimenti non ci sono aiuti di Stato”. »

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