Immersione in Bhutan, tra i draghi della felicità

Pubblicato il 15 dicembre 2024 alle 18:02 / Modificato il 15 dicembre 2024 alle 18:07

9 minuti. lettura

Quando torneremo a casa, inizieremo a chiederci se fosse tutto un sogno. Ciò avverrà al più tardi quando una navetta ci lascerà all’aeroporto dopo alcuni giorni di esperienze estreme nella parte orientale del massiccio dell’Himalaya. Un aeroporto che sembra disegnato per un libro illustrato di Johanna Spyri – l’autrice del celebre Heidi – a cui sarebbe stato chiesto di scrivere un romanzo rivolto ai giovani e che fosse ambientato in un paese lontano, con immagini dove tutto sembra un po’ più piccolo, più silenzioso e più pittoresco che altrove. L’aeroporto stesso presenta uno stile imposto da una legge applicabile a tutti gli edifici. Proporzioni e ornamenti in armonia tra loro, ritratti del re, di sua moglie e di suo padre. Ma la cosa che più colpisce è l’atmosfera tranquilla che vi si respira. Bandita ogni agitazione, gli agenti agli sportelli immigrazione ed emigrazione, calmi e educati, non mostrano né la diffidenza né il malcontento così comuni nel resto del mondo.

La cosa che più colpisce è l’atmosfera tranquilla che vi si respira

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