La grazia concessa da Joe Biden a suo figlio, Hunter Biden, si inserisce in una non comune tradizione di grazie presidenziali a favore dei familiari. Sebbene ampiamente pubblicizzata, questa decisione non è priva di precedenti nella storia recente degli Stati Uniti.
Nel dicembre 2020, Donald Trump ha usato lo stesso potere per perdonare Charles Kushner, padre di suo genero e consigliere Jared Kushner. Condannato nel 2004 a due anni di carcere per appropriazione indebita di tasse, Charles Kushner aveva già scontato la pena al momento della grazia. Questa decisione ha alimentato le critiche nei confronti dell'apparente parzialità dell'ex presidente, che da allora ha annunciato la sua intenzione di nominare Jared Kushner alla prestigiosa carica di ambasciatore a Parigi.
Un precedente con Bill Clinton
Allo stesso modo, nel 2001, Bill Clinton ha graziato il suo fratellastro, Roger Clinton, nel suo ultimo giorno alla Casa Bianca. Anche Roger Clinton, condannato per possesso di cocaina nel 1985, aveva scontato la sua pena prima di beneficiare di questo favore presidenziale. Questo atto è stato visto come un segno di favoritismo e aveva sollevato dubbi sull'etica della grazia presidenziale.
Questi casi sottolineano la portata controversa di questo potere costituzionale, spesso criticato per i suoi possibili abusi. A differenza di questi precedenti, dove i parenti interessati avevano già scontato la pena, la grazia di Hunter Biden arriva prima ancora che la sua sentenza venga pronunciata. Questa decisione ha spinto personaggi come Richard Painter, ex consulente legale di George W. Bush, a ironizzare. “Perché il presidente Biden non ha graziato Hunter Biden l’anno scorso prima di nominarlo ambasciatore a Parigi? »
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