Le autorità turche hanno arrestato 474 persone dopo le rivolte anti-siriane avvenute in diverse città in seguito all’arresto di un siriano sospettato di aver molestato un bambino a lui vicino, ha annunciato martedì il ministro dell’Interno.
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“474 persone sono state arrestate in seguito ad atti provocatori” compiuti contro i siriani in Turchia, ha detto sul social network il ministro Ali Yerlikaya
Dopo l’arresto di un uomo siriano sospettato di molestie nei confronti di un bambino, in Turchia sono aumentate le tensioni contro la comunità siriana.
Gruppi di uomini hanno preso di mira aziende e proprietà appartenenti a siriani a Kayseri, nella Turchia centrale, domenica sera.
Diversi video pubblicati sui social network e autenticati dall’AFP mostrano uomini che sfondano la vetrina di un negozio di alimentari presumibilmente gestito da commercianti siriani, prima di dargli fuoco.
“Non vogliamo più siriani! Non vogliamo più stranieri!”, grida un uomo in uno dei video.
Il governatorato di Kayseri ha invitato i residenti alla moderazione, precisando in un comunicato stampa che il bambino vittima di molestie, di 5 anni, aveva anche la nazionalità siriana.
Lunedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato quest’ultima ondata di violenza contro la numerosa comunità di rifugiati siriani in Turchia.
“Non importa chi siano, è inaccettabile dare fuoco alle strade e alle case delle persone”, ha detto, avvertendo che l’incitamento all’odio non dovrebbe servire a fini politici.
Ma lunedì sera la violenza si è estesa ad altre città del Paese, inclusa Istanbul.
La polizia ha rafforzato la sicurezza intorno al consolato siriano a Istanbul, ha osservato un giornalista dell’AFP.
La Turchia, che ospita circa 3,2 milioni di rifugiati siriani su una popolazione di 85 milioni, è stata scossa più volte negli ultimi anni da attacchi di febbre xenofoba, spesso innescati da voci diffuse sui social network e sulle applicazioni di messaggistica istantanea.
