REPORTAGE – La grande città industriale teme un aumento delle tensioni con le milizie sciite al confine con il Libano. Si sta preparando al peggio.
Inviato speciale ad Haifa
A 9 metri sotto il mare, livello – 3, il parcheggio dell’ospedale Rambam è pronto ad accogliere centinaia di pazienti. Su ogni letto medico è piegata una coperta; ciascuno è collegato alla rete dell’aria, dell’elettricità e dell’ossigeno. Sono state installate docce e servizi igienici; risalta l’area pediatrica, con i suoi toni pastello; sui tramezzi, foto di fiori; la sala di comando è operativa, computer accesi e schermi giganti trasmettono tutte le informazioni necessarie per gestire questo ospedale da 1.100 posti letto che, in caso di crisi, potrà raddoppiare la sua capacità in poche ore.
Solo i segni sul terreno ci ricordano che questo immenso spazio – 20.000 metri quadrati – un tempo era un parcheggio. « Siamo pronti », afferma con sicurezza Michael Halberthal, direttore generale di questo ospedale, il più grande del nord di Israele. Non ha bisogno di specificare cosa: qui, ad Haifa, la possibilità di una guerra con Hezbollah è nella mente di tutti…
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