Il processo contro gli stupri di Mazan deve portare ad una “consapevolezza” della società, ha sostenuto mercoledì un avvocato di Gisèle Pelicot davanti al tribunale di Vaucluse. È stata drogata e violentata per dieci anni dal marito e da decine di sconosciuti reclutati su Internet.
«Con questo gesto quasi politico di rinuncia all’udienza a porte chiuse», il 2 settembre, in apertura di questo processo straordinario, la Pelicot «ha invitato tutta la società a porsi domande, a prendere coscienza, a cambiare mentalità, per un futuro che rompere finalmente con una violenza che vorremmo da un’altra epoca”, ha insistito Me Antoine Camus.
«Come può una donna, in Francia, nel 2024, subire ancora ciò che Gisèle Pelicot ha sofferto per almeno 10 anni? Come possiamo trovare in Francia 50, ma in realtà 70 individui (molti dei quali non sono mai stati identificati e non processati), uomini, che vengono ad aggredire sessualmente questo corpo, ha continuato l’avvocato.
E il signor Camus, riferendosi ai video dei fatti, ha ricordato che la signora Pelicot era così inerte “che la si sarebbe creduta morta”, “al punto che bisognava rotolare (il suo corpo) su se stesso per spostarlo”. ‘.
Rendere “giustizia e verità”
Per un’ora, senza clamore, ha chiesto che “giustizia e verità” fossero servite condannando Dominique Pelicot, il “direttore d’orchestra” di questo decennio di stupri, nella loro casa coniugale a Mazan, ma anche i suoi 50 coimputati che, “tutti , aveva il libero arbitrio».
“Ognuno al proprio livello ha contribuito a questa mostruosità e ha permesso che il calvario di una donna continuasse”, ha detto, “è la banalità del male di Hannah Arendt”.
“Nessun profilo di stupratore”
«È tempo di capire che gli stupratori non sono necessariamente seriali, che puoi stuprare una volta nella vita. Non esiste un profilo di stupratore. Dobbiamo distinguere tra il predatore sessuale, che darà la caccia alla sua preda, e lo stupratore che sceglierà un’opportunità.
Me Camus ha in particolare scartato la possibilità di qualsiasi alterazione del discernimento degli imputati, in risposta ai dieci avvocati difensori che, mercoledì mattina, hanno presentato al tribunale questa richiesta sussidiaria riguardante 33 dei 50 coimputati.
Sono necessarie decisioni “chiare” e “ferme”.
“Tutti hanno scelto di dimettersi dal pensiero per far prevalere il loro impulso”, ha detto, chiedendo che la corte prenda decisioni “chiare” e “ferme”, in particolare sulla questione dell’intenzionalità dello stupro, argomento sostenuto da quasi tutti i coimputati che riconoscono la materialità dei fatti ma non il ‘intento di stupro’.
“Gisèle Pelicot avrebbe tutte le ragioni del mondo per essere piena di odio oggi, per mettere gli uomini e le donne gli uni contro gli altri e per castigare la sessualità maschile in generale”, ha concluso l’avvocato. Ma la sua scelta di portare la sua voce attraverso due uomini non è una coincidenza, è una decisione attentamente ponderata. Gisèle Pelicot ha scelto di trasformare questo fango in materia nobile e di andare oltre l’oscurità della sua storia per trovarvi un significato: conta sull’aiuto della corte.
/ATS