L’ospite: la strategia del regime iraniano contro Trump

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L’ospite

La strategia del regime iraniano contro Trump

Il politologo Hamid Enayat ritiene che, indebolito dall’interno, il regime dei mullah dovrà fare delle concessioni agli americani.

L’ospite Pubblicato oggi alle 8:42

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Per comprendere la politica estera del regime iraniano nei confronti di Donald Trump, dobbiamo analizzare la situazione interna del Paese e il rapporto teso tra il regime e il suo popolo. Le esecuzioni in Iran hanno quindi raggiunto livelli senza precedenti. Nel mese di ottobre ha avuto luogo un’esecuzione ogni quattro ore. Queste esecuzioni illustrano come Ali Khamenei, il leader supremo, cerchi di mantenere il controllo in mezzo ai crescenti disordini interni. La società è intrappolata in una complessa rete di squilibri, dalla carenza di acqua ed elettricità alla crisi della benzina e di altri beni essenziali. Il paese è precipitato in una recessione economica storica, con più di due terzi della sua popolazione che vive in assoluta povertà, nonostante l’immensa ricchezza naturale dell’Iran, come petrolio, gas e minerali.

La rivolta del 2019 illustra la portata del malcontento. In soli tre giorni il regime sopravvisse massacrando più di 1.500 manifestanti. Il regime iraniano teme una nuova rivolta, che questa volta potrebbe rivelarsi fatale.

A questa crisi interna si aggiunge una sfida importante: la successione di Ali Khamenei. Questa domanda deve essere risolta prima della sua morte. Mojtaba Khamenei, suo figlio, viene spesso menzionato come potenziale successore. L’Assemblea degli esperti ha finora considerato tre candidati per questo ruolo. Tuttavia, secondo i sondaggi più recenti, oltre il 90% della popolazione rifiuta il regime. Se la questione della successione resta irrisolta, il regime rischia il collasso dopo la morte di Khamenei, malato di 85 anni.

Il regime dei mullah non ha altra scelta che riconnettersi con Trump. L’incontro tra l’ambasciatore iraniano ed Elon Musk dell’11 novembre mirava a prevenire il calo delle esportazioni di petrolio.

Lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas il 7 ottobre ha sollevato anche una domanda: come ha potuto Hamas finanziare un’operazione che supera le sue capacità finanziarie? Teheran è fortemente sospettata di aver fornito il suo sostegno finanziario. Le forze per procura del regime, come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen, un tempo fornivano la leva per ottenere concessioni dalla comunità internazionale. Tuttavia, questi beni sono diminuiti dopo gli attacchi in Libano e Siria.

In questo contesto, il regime iraniano sa che dovrà fare delle concessioni all’amministrazione Trump, in particolare riducendo il suo sostegno a queste forze proxy e limitando il suo programma di arricchimento nucleare. Tuttavia, queste concessioni, che vanno al cuore della sua identità e della sua strategia di sopravvivenza, potrebbero accelerarne il collasso.

La sopravvivenza del regime iraniano dipende dalla repressione, dalla scommessa nucleare e dal sostegno alle sue forze delegate, ma questi elementi non possono risolvere i problemi fondamentali della sua società. Incapace di attuare riforme reali, il suo collasso sembra inevitabile.

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