In Turchia il futuro dell’istruzione laica è in pericolo – rts.ch

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Sempre più turchi sono preoccupati per gli attacchi del governo all’istruzione laica. Mentre la laicità è sancita dalla Costituzione, la religione è inclusa nei programmi scolastici. Per gli oppositori del presidente turco l’obiettivo è soprattutto politico.

I nuovi programmi scolastici, presentati alla fine di aprile e destinati ad essere implementati a partire dal prossimo anno scolastico, hanno suscitato proteste tra parte del personale docente, genitori e persino sindacati, che hanno indetto manifestazioni.

“Ogni anno i programmi si allontanano sempre più dalla laicità”, denuncia su Tout un monde Yasemin, insegnante di scuola elementare per più di 20 anni che è andata a manifestare a Istanbul. “Non sono assolutamente contraria alla religione, ma è inaccettabile che essa permei sempre più il nostro insegnamento a scapito della scienza e del secolarismo”, continua.

Il sindacato degli insegnanti turchi Egitim-Sen ha lanciato un appello alla protesta contro il nuovo programma scolastico. [AFP – Adem Altan]

Gioventù “morale e virtuosa”.

I nuovi programmi scolastici turchi mirano a creare un modello basato su tre pilastri – virtù, valori e azione – e a formare generazioni “morali e virtuose”, il cui ideale è fare del bene ed essere utili alla nazione.

Ogni corso dovrebbe promuovere un certo numero di valori presentati come “nazionali e spirituali”. Le lezioni di storia, ad esempio, sono progettate per incoraggiare “l’onestà e il patriottismo”. Quanto a quelli della geografia, dovranno difendere “patriottismo, rispetto e senso di responsabilità”.

In un rapporto pubblicato all’inizio di maggio, il think tank leader “Iniziativa per la riforma dell’istruzione”, si preoccupa della soggettività di questi termini e del rischio di indottrinamento. Per Kayihan Kesbiç, uno degli autori del rapporto, il governo usa le scuole per promuovere un’unica cultura nazionale, col rischio di creare “un ambiente in cui i bambini non vedono e non capiscono le differenze”. “Ciò può rappresentare una minaccia alla libertà di opinione, religione o credo e allo stesso tempo una minaccia alla laicità”, afferma il ricercatore.

Ideologia islamo-nazionalista

Dallo scorso anno scolastico, gli imam, che in Turchia sono dipendenti pubblici, lavorano nelle scuole. Questi predicatori musulmani svolgono il ruolo di “consiglieri spirituali” nel quadro di un protocollo che permette loro anche, ad esempio, di seguire lezioni in moschea per ascoltare i sermoni.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. [Keystone – Ahmad Al-Rubaye – AP]

La laicità è però un principio costituzionale in Turchia, denunciano gli oppositori del governo di Recep Tayyip Erdogan, il cui partito AKP è al potere dal 2002. Lo accusano di imporre ai bambini la sua ideologia islamo-nazionalista.

Presentandosi 20 anni fa come un democratico desideroso di guidare il suo Paese verso l’adesione all’Unione europea, Recep Tayyip Erdogan ha lavorato fin dall’inizio degli anni 2010 per educare quella che definisce una “generazione pia”. Per alcuni il presidente vorrebbe arrivare all’abolizione delle scuole laiche, create 100 anni fa dal fondatore della Repubblica di Turchia, Mustafa Kemal Atatürk.

“I giovani oggi non imparano più i principi di Atatürk. È addirittura quasi scomparso dai programmi scolastici”, lamenta Yasar, insegnante in pensione. “Se si mettono teologi nelle scuole che dovrebbero essere per gli insegnanti, si mette seriamente a rischio il futuro di questo Paese”.

Problema politico

Se c’è una questione religiosa, molti credono che l’obiettivo del presidente sia soprattutto politico. “Il governo, che ha impoverito notevolmente la popolazione, invita apertamente i cittadini ad accontentarsi di ciò che hanno e persino a essere grati per quel poco che hanno”, afferma Cayan Calik, rappresentante a Istanbul del sindacato di sinistra degli insegnanti Egitim -Sen.

Il sindacalista sostiene che il governo turco cerca di “imporre un modo di vivere e di pensare che ruota interamente attorno alla religione, alle regole e ai rituali religiosi” con l’obiettivo di “riformattare” la società e trasformarla in una “base elettorale naturale”. “E allo stesso tempo zittire chi difende l’istruzione laica”, aggiunge.

Tuttavia, i dibattiti sul sistema educativo e gli attacchi al secolarismo hanno evidenziato profonde divisioni all’interno della professione docente turca. Se la maggior parte dei sindacati ha espresso riserve, anche pesanti critiche, sui contenuti e sul metodo, il sindacato principale, Egitim-Bir-Sen, vicino al potere e che rappresenta circa un terzo degli insegnanti sindacalizzati, chiede al contrario più “riferimenti religiosi”. a partire dalla scuola materna.

Oggetto della radio: Anne Andlauer

Adattamento web: Emilie Délétroz

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