CÈ stato con cautela, in videoconferenza da Lima, che il presidente cinese Xi Jinping ha virtualmente tagliato il nastro inaugurale del gigantesco porto di Chancay. Situato a 80 chilometri a nord della capitale, simboleggia le ambizioni commerciali del Perù, l'offensiva cinese in America Latina e il crollo dell'influenza americana in questa regione.
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Situato sul sito di un tranquillo villaggio di pescatori sulla costa deserta del nord del paese, il porto diventerà, entro dieci anni, una delle più grandi infrastrutture portuali dell'America Latina, con i suoi 141 ettari e le sue quindici banchine di carico. L'investimento complessivo di 3,6 miliardi di dollari (3,4 miliardi di euro) è stato effettuato dal gruppo statale cinese Cosco Shipping. Qui guidiamo, telefoniamo e trasbordiamo cinesi. Il parco industriale potrebbe presto ospitare anche uno stabilimento di assemblaggio per il colosso delle auto elettriche BYD.
Da qui l’entusiasmo di Xi Jinping, che celebra la nascita di questo corridoio terra-mare tra Asia e Sudamerica. “Un nuovo cammino Inca”secondo il leader cinese, che consentirà al Perù di esportare il suo rame e prodotti agricoli e al Brasile di inviare la sua soia in Cina, riducendo di dieci giorni i tempi di trasporto tra l'America e l'Asia.
Investimenti massicci
L’obiettivo cinese è infatti quello di aumentare ulteriormente la portata del proprio commercio. Si tratta principalmente del progetto globale Belt and Road Initiative (letteralmente “Road and Belt Initiative”, nome ufficiale della “nuova Via della Seta”), lanciato nel 2013 e che consente di concludere partenariati accompagnati da massicci investimenti infrastrutturali nei paesi interessato. Argentina, Cile, Bolivia, Ecuador e Venezuela sono già membri, e il Brasile dovrebbe unirsi al club a breve. La cintura si sta espandendo e sta gradualmente espellendo l’ex re delle Americhe, gli Stati Uniti, dal suo giardino tradizionale.
La Cina è diventata il principale partner commerciale di quasi tutti i paesi sudamericani. In Perù, ad esempio, le miniere e la fornitura di energia elettrica sono gestite in gran parte da gruppi cinesi. Dal 2015, il volume degli scambi con Pechino ha superato quello con Washington ed è ormai quasi il doppio.
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Interessanti i colloqui in prospettiva tra Joe Biden e Xi Jinping, entrambi a Lima per il vertice dei Paesi del Pacifico. Potranno anche continuare il dialogo al vertice del G20 in Brasile il 18 novembre. Non sono sicuro che la nuova amministrazione Trump che si sta instaurando, tutta con il suo desiderio protezionistico e il suo odio per la Cina, migliorerà l’atmosfera o la situazione. L’America si isola, a proprio rischio.