Ufficiale di fanteria della Guardia Nazionale per 18 anni, è stato schierato in Iraq e Afghanistan, dove ha guadagnato due prestigiose medaglie militari. Arrivato a Fox News nel 2014, ora ospita lo spettacolo mattutino del fine settimana. Dall'esercito americano, denuncia oggi posizioni progressiste e potrebbe ritornare, una volta al potere, alle politiche favorevoli alla diversità instaurate da anni all'interno delle forze armate. Pete Hegseth addirittura, in un recente podcast, ha suggerito di licenziare il capo di stato maggiore delle forze americane, il generale Charles Brown, e qualsiasi altro ufficiale militare “coinvolto in queste politiche di merda”.
“Con Pete al timone, i nemici dell'America sono stati avvertiti: le nostre forze armate sperimenteranno ancora una volta la grandezza e l'America non si arrenderà mai”, ha detto martedì Donald Trump, annunciando la sua intenzione di nominarlo a capo del Pentagono.
“Mancanza di esperienza di alto livello”
Una scelta “molto sorprendente” che dimostra che il presidente eletto “vuole qualcuno che gli sia fedele”, analizza Mark Cancian, ricercatore del Center for Strategic and International Studies, think tank con sede a Washington. Se l'uomo ha avuto “un'ottima carriera come ufficiale di basso grado”, gli manca “un'esperienza di alto livello nel campo della sicurezza nazionale e nella gestione di una grande istituzione”, sottolinea l'ex colonnello della Marina. Questo curriculum, per una posizione di enorme influenza negli Stati Uniti e nel mondo, potrebbe rappresentare un peso per il processo di conferma al Senato – un processo che Donald Trump sembra cercare di aggirare per procedere più rapidamente. Se fosse effettivamente insediato a capo del Dipartimento della Difesa americano, qualsiasi misura radicale, come una rapida sostituzione del generale Charles Brown, l'ufficiale di grado più alto, potrebbe “causare una crisi tra civili e militari”, ritiene Mark Cancian.
Pete Hegseth, nello stesso recente podcast, è rimasto sorpreso dal fatto che un'altra delle sue posizioni non avesse suscitato più polemiche. “Lo dico molto francamente: non dovremmo avere donne nelle truppe da combattimento. Non ci ha reso più efficaci, non ci ha reso più letali e ha reso la lotta più complicata”, ha dichiarato.
Sostegno ai soldati condannati
Il suo libro “The War on Warriors”, pubblicato a giugno, “rivela”, secondo Donald Trump, “il tradimento da parte della sinistra dei nostri guerrieri e come dobbiamo riportare le nostre forze armate di meritocrazia, letalità, responsabilità ed eccellenza”. Pete Hegseth ha anche chiesto nel 2019 clemenza per tre soldati perseguiti per crimini di guerra. Aveva ottenuto da Donald Trump la grazia presidenziale per due soldati condannati per omicidio e il reinserimento nei ranghi di un terzo, condannato per aver posato con un cadavere in Iraq. Un episodio di cui oggi si dice “orgoglioso”.
Laureato alle prestigiose università di Princeton e Harvard, vive con la moglie e i sette figli nel Tennessee, stato conservatore del sud degli Stati Uniti.