La legge sulla deforestazione nel mirino degli eurodeputati conservatori

La legge sulla deforestazione nel mirino degli eurodeputati conservatori
La legge sulla deforestazione nel mirino degli eurodeputati conservatori
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“Quando Notre-Dame de Paris è bruciata, il mondo si è commosso. Qui sono le nostre foreste, i polmoni del pianeta, a bruciare. Qual è la differenza?”

La proposta è però passata senza emendamenti in commissione ambiente, sottolinea il deputato centrista francese Pascal Canfin. Ma la situazione è cambiata la settimana scorsa. Il PPE ora ritiene che un rinvio non sia sufficiente e chiede una revisione del contenuto della legge. “L’attuale regolamento è un mostro burocratico, se attuato rischia di danneggiare gli agricoltori e le imprese europee”.afferma la tedesca Christine Schneider, che ha presentato gli emendamenti.

Due cambiamenti fondamentali

In sostanza gli emendamenti vertono su due punti. Il regolamento stabilisce un sistema con tre livelli di rischio di deforestazione, che vanno da “alto” a “basso”. Il PPE vuole aggiungere una quarta categoria, che stabilirebbe il rischio zero, basata sullo stato “quantitativo” delle foreste. Con la conseguenza, denuncia Pascal Canfin, che ciò creerà differenze tra gli Stati membri dell’Unione che, attualmente, rientrano tutti nella categoria “a basso rischio”.

Nel testo, inoltre, è previsto che la documentazione sull’origine dei prodotti segua tutta la catena del valore. Il PPE vuole che questo obbligo ricada solo sugli esportatori e che i commercianti europei ne siano esentati. “È inaccettabile, distrugge l’intero approccio” dei regolamenti, peste Pascal Canfin.

Se gli emendamenti del Ppe passeranno e il testo finale verrà adottato, con il sostegno dell’estrema destra, il Parlamento dovrà negoziare con il Consiglio (gli Stati membri) che non vuole andare oltre il rinvio. Sarà anche un nuovo colpo sferrato dal Ppe alla stabilità della “maggioranza von der Leyen” che comprende, oltre ai conservatori, socialisti, liberali e verdi.

E se gli emendamenti, così come il testo finale, verranno respinti, la legislazione entrerà in vigore, come previsto, alla fine del 2024… Questo è ciò che il PPE vuole evitare.

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