Come Trump potrebbe tentare di destabilizzare il presidente Lula, con il quale i rapporti sono più che tesi

Come Trump potrebbe tentare di destabilizzare il presidente Lula, con il quale i rapporti sono più che tesi
Come Trump potrebbe tentare di destabilizzare il presidente Lula, con il quale i rapporti sono più che tesi
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Il presidente brasiliano Lula persiste nell’accusare Israele di “genocidio” a Gaza

Fatti per i quali Jair Bolsonaro è stato dichiarato ineleggibile per un periodo di otto anni, privandolo così, a meno che la situazione giuridica non cambi, di una candidatura alle elezioni presidenziali del 2026. Durante questo processo davanti alla Corte Elettorale Superiore, la giustizia brasiliana ha dovuto fare i conti l’intensa campagna di disinformazione lanciata dal clan Bolsonaro per screditare il sistema elettorale, anche di fronte a una platea di diplomatici internazionali convocati nella residenza presidenziale tre mesi prima delle elezioni del 2022. Un incontro trasmesso in diretta anche dai media pubblici, che valse al leader dell’estrema destra anche l’accusa di “uso indebito dei mezzi di comunicazione”.

Il ritorno “in stile Trump”.

Per i sostenitori di Bolsonaro questa vittoria e questo ritorno al potere di Trump (che una volta soprannominò il collega brasiliano “Lulù la pazza”) sono più di un segno. Molti pensano che il 47esimo presidente degli Stati Uniti riuscirà a fare pressione sulla giustizia e sullo Stato brasiliano affinché rivedano l’ineleggibilità del loro favorito. Trump ha infatti alcune risorse per cercare di destabilizzare Lula. In particolare, può come ha fatto nel 2019, aumentando le tasse su acciaio e alluminio e mettendo a rischio le esportazioni di Brasilia. La Federal Reserve (la banca centrale americana) potrebbe essere costretta ad aumentare il tasso di riferimento, con gravi conseguenze per l’occupazione e i prezzi in Brasile.

Il Tribunale Supremo Elettorale conferma l’ineleggibilità di Bolsonaro per abuso di potere politico

Abbastanza per spingere il presidente di sinistra tra le braccia della Cina? Si tratta di un’opzione che molti osservatori stanno prendendo seriamente in considerazione, ricordando che il Brasile realizza già quasi il 30% delle sue esportazioni con la Cina, rispetto solo all’11% con gli Stati Uniti e al 14% con l’Unione Europea. Anche il presidente cinese è atteso a Brasilia dopo il G20. Il terremoto del ritorno al business di Trump è già iniziato e ha provocato scosse di assestamento fino al cuore dell’America Latina.

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