Italia-Francia, una “finale” per fugare i dubbi

Italia-Francia, una “finale” per fugare i dubbi
Italia-Francia, una “finale” per fugare i dubbi
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Dopo il triste spettacolo contro Israele, la Francia sfida l’Italia con l’intenzione di mostrare un volto diverso. Sarebbe una buona idea chiudere l’anno 2024.

A dare il tono è la fitta nebbia della città milanese intravista sabato sera. Gli azzurri non arrivano in Italia per divertirsi un po’. Travolti al Parco dei Principi (1-3) lo scorso settembre, e molto deludenti contro Israele (0-0) giovedì, gli uomini di Didier Deschamps hanno l’occasione di invertire una curva negativa e sentimenti contrastanti. Stato di avanzamento.

Rompi la monotonia generale

In conferenza stampa pre-partita, Ibrahima Konaté ha un po’ sorpreso il pubblico analizzando il pessimo pareggio contro Israele giovedì scorso (0-0). Se ripetesse il suo «frustrazione» e il suo “delusione”Lo afferma con sicurezza il difensore dei Blues, che domenica sera a Milano potrebbe diventare capitano “l’unica cosa che ci è mancata è l’efficienza”. Prima di rispondere: “Se avessimo vinto 4-0 non avresti avuto la stessa domanda. » Semplice discorso di facciata o vera e propria negazione della realtà quando giovedì la Francia ha firmato il suo quarto 0-0 in un anno solare – mai visto in 20 anni – e avanza con il peggior rapporto punti, prima di domenica sera, dal 2013?

Allo stadio o davanti alla televisione tutti hanno potuto constatare la qualità del gioco dei Blues e il poco spettacolo offerto. In definitiva in linea con quanto propone da mesi la seconda selezione del ranking Fifa. Sia agli Europei che dall’inizio dell’anno scolastico, il livello di gioco solleva interrogativi. Una sorta di monotonia generale si instaura lentamente quando è prevista una partita per la squadra francese. Semplice disinteresse temporaneo o inizio di un disincanto? L’incontro di domenica sera, senza grandi sfide se non quella di conquistare il primo posto nel girone, ha il merito di offrire una vetrina per far finalmente piacere. Per vittoria, ma non solo.

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Dimostrare che questa squadra ha un’anima

“La cosa più importante nel calcio è mettersi in discussione. » Queste parole, pronunciate il mese scorso da Ibrahima Konaté, sono perfette per contestualizzare l’incontro di domenica sera. Questa nuova versione dei Blues, con soli due titoli 2018 (Pavard e Kanté) nelle loro fila, supererà una grande prova nel bollente San Siro e i suoi 68.000 spettatori. Tra la lezione italiana al Parco dei Principi (1-3) di settembre e il recente pareggio contro Israele, questo nuovo gruppo che Deschamps sta mettendo in campo dovrà far vedere quello che ha veramente sotto il cofano. Nessuno mette in dubbio la difficoltà di subentrare ai big ormai in pensione (Lloris, Varane, Griezmann, Giroud, ecc.), pur segnalando la constatata assenza dei dirigenti abituali (Mbappé, Tchouaméni), ma anche il contesto milanese è favorevole a famoso “partita fondativa”.

Lo abbiamo visto con le recenti vittorie italiane, il successo francese in Belgio il mese scorso (1-2), un po’ illusorio, non basta per intravedere le vere qualità degli azzurri. Di fronte ad una Squadra Azzurra imbattuta da cinque partite dopo essere stata travolta agli Europei agli ottavi contro la Svizzera, ne sapremo di più se questa squadra “new look” ha un’anima.

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Deschamps deve dare una scossa ai giocatori che non hanno (ancora) dimostrato nulla

Lo ha detto più e più volte in conferenza stampa sabato, la sua voglia di ruotare la squadra e di vedere la gente non cambia. Italia o non Italia. Didier Deschamps apporterà quindi nuovi cambi alla sua formazione titolare domenica a San Siro. L’idea è chiara: inserire elementi in contesti non sempre favorevoli per trarre insegnamenti in vista della qualificazione al Mondiale 2026 previsto nel 2025. Giovedì sera Olise, Zaire Emery, Barcola e perfino Camavinga hanno fallito nel loro compito. Idem per Kolo Muani. Contro l’Italia, “DD” dovrebbe rilanciare Koné, Coman, Thuram e anche Olise. Anche un modo per coinvolgerli e aspettarsi da loro un volto diverso rispetto ai giocatori visti allo Stade de . Il giocatore del Monaco, che ha fatto un buon inizio con il suo club dopo un’attraente Olimpiade, deve fare di più in maglia azzurra. Con e senza palla. Se i Mondiali negli Stati Uniti, Canada e Messico sono ancora lontani, le prime basi vengono gettate ora dall’allenatore e dal suo staff in questa revisione della squadra.

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Lascia una buona ultima impressione

Più che sapere chi giocherà bene o meno nel contesto milanese, il pubblico francese attende soprattutto di entusiasmarsi per la propria scelta, sensazione troppo poco avvertita negli ultimi mesi. Passate le Olimpiadi, la profusione del calcio di club ogni settimana e il calo delle selezioni tra due competizioni internazionali, i Blues farebbero bene a festeggiare l’occasione prima di chiudere il 2024. Prima di darvi appuntamento a marzo per il trimestre -finali della Nations League e dopo la qualificazione alla prossima Coppa del Mondo. Nella vita, non è mai una cattiva idea lasciare una buona impressione. Anche il calcio non fa eccezione.

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