Il francese Laurent Vinatier ha presentato ricorso contro la sua condanna a tre anni di carcere in Russia per non essersi registrato come “agente straniero”, ha detto martedì il tribunale Zamoskvoretski di Mosca. La richiesta di appello è stata registrata il 21 ottobre, una settimana dopo la condanna del 14 ottobre a tre anni e tre mesi di reclusione.
L’avvocato di Laurent Vinatier, Alexeï Sinitsyne, ha confermato la telefonata all’AFP ma si è rifiutato di rilasciare ulteriori commenti.
Ricercatore specializzato nello spazio post-sovietico, il francese ha lavorato in Russia per il Centro per il dialogo umanitario, una ONG svizzera con sede a Ginevra che media nei conflitti al di fuori dei circuiti diplomatici ufficiali. È stato arrestato lo scorso giugno. Laurent Vinatier ha poi spiegato di non essere a conoscenza del fatto che una recente legge russa gli imponeva di registrarsi come “agente straniero”.
Mosca usa questa etichetta di “agente straniero” che ricorda l’era sovietica, accompagnata da vincoli amministrativi molto rigidi, per mettere a tacere e mettere a tacere le voci critiche. Il comitato investigativo russo lo sospettava anche di aver raccolto informazioni sulle attività militari russe, facendo temere accuse più gravi.
La Russia condannata dalla CEDU
Martedì la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha condannato la Russia per la sua legge sugli “agenti stranieri”, promulgata nel 2012.
“La legislazione russa sugli ‘agenti stranieri’ è arbitraria e crea un clima di sfiducia”, ha stabilito martedì la corte che è stata contattata da 107 ONG, media e membri della società civile russa.