L’esercito israeliano e i servizi segreti nazionali hanno confermato giovedì la morte del leader di Hamas Yahya Sinouar dopo gli attacchi a Rafah.
Pubblicato il 19/10/2024 07:05
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Era considerato l’“artefice” degli attentati del 7 ottobre 2023. Yahya Sinouar è stato ucciso mentre si rifugiava in un edificio a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo diversi media israeliani, il suo corpo si trova in un luogo segreto dopo essere stato sottoposto ad autopsia. Secondo il rapporto dell’autopsia, è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa e da un bombardamento. Lo Stato ebraico potrebbe trattenere il suo corpo per anni e utilizzarlo come merce di scambio in caso di rinnovate trattative con Hamas.
I resti di Yahya Sinouar non sono l’unico corpo di miliziani palestinesi di Hamas o di altri gruppi armati conservati in Israele. Molti detenuti sono morti dietro le sbarre; i loro corpi vengono richiesti dalle famiglie ma non vengono loro restituiti. “Dalla guerra del 2014, quando Hamas catturò due soldati, Israele ha iniziato a preservare i corpi dei palestinesi, spiega Nadji Abbas a capo del dipartimento dei prigionieri dell’associazione israeliana Medici per i Diritti Umani. Persone morte in Cisgiordania e a Gaza e prigionieri morti durante la custodia della polizia. Israele si rifiuta di restituire i resti alle famiglie per la sepoltura”.
Lo aggiunge “Questa è la politica ufficiale dell’esercito israeliano. Quando ci sarà uno scambio con Hamas, quando ci sarà un accordo, dovrebbe includere i morti”. E ovviamente in questa ipotesi il corpo di Yahya Sinouar avrà un valore particolare. Secondo l’associazione Addammeer, che elenca il numero dei prigionieri palestinesi nei territori occupati, Israele conservava, meno di due mesi fa, nei cimiteri o nei frigoriferi delle basi militari, 552 corpi tra cui quelli di nove donne e 55 minori.