“La mia tesi è che Trump sia un “contatto confidenziale” dei russi”

“La mia tesi è che Trump sia un “contatto confidenziale” dei russi”
“La mia tesi è che Trump sia un “contatto confidenziale” dei russi”
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COLLOQUIO – In un libro accattivante, il giornalista, specialista dello spazio ex sovietico e corrispondente da Figaroda RFI e 24 a Tbilisi, esamina al microscopio i legami ancora misteriosi di Trump con la Russia.

LE FIGARO.- Stai pubblicando un libro avvincente che lo afferma Trump lo è “nelle mani dei russi” e quello lo era “coltivato” per quarant’anni dai servizi sovietici e poi russi. Dici di aver soppesato tutti i dettagli di questa relazione. Qual è la tua conclusione alla fine della tua indagine?

REGIS GENTE. – La mia tesi è che non si tratta di un “agente”, non di una persona pagata per le informazioni che riferisce o per il lavoro di influenza che svolge al servizio di una potenza straniera, ma quello che le spie russe chiamano un “contatto confidenziale”. Questo è quello che mi dicono gli ufficiali o gli ex ufficiali dell’intelligence americana. Per le spie del KGB (allora FSB), un “contatto confidenziale” è qualcuno da coltivare, vale a dire a cui si rendono servizi e che si sostiene, in cambio di atti che servono gli interessi di Mosca. Per Trump si tratta di posizioni di politica estera che servono gli interessi del Cremlino, come l’indebolimento…

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