In assenza di fusione, il presidente di Arcom auspica una “presidenza comune” per la radiodiffusione pubblica

In assenza di fusione, il presidente di Arcom auspica una “presidenza comune” per la radiodiffusione pubblica
In assenza di fusione, il presidente di Arcom auspica una “presidenza comune” per la radiodiffusione pubblica
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In assenza di fusione, il presidente di Arcom auspica una “presidenza comune” per la radiodiffusione pubblica

“Il rinnovamento” della radiodiffusione pubblica “passerà prima o poi attraverso una presidenza comune” per tutti i suoi media, ha sostenuto martedì il presidente di Arcom, Roch-Olivier Maistre, durante un’audizione all’Assemblea nazionale.

“Non sto parlando di una fusione” ma di “qualcuno che ha una visione aziendale come i grandi gruppi privati”, ha chiarito Maistre ai deputati della Commissione Affari Culturali.

È stato intervistato in particolare sui contratti obiettivi e mezzi (COM) di France Télévisions, Radio France e France Médias Monde (France 24, RFI) per il periodo 2024-2028. Inizialmente previste per il 2023, queste OCM, negoziate con lo Stato, dovranno ancora essere sottoposte al parere del Parlamento.

Nel suo parere espresso in luglio, Arcom ha chiesto di “rafforzare” la cooperazione tra questi media.

Lo “status quo non è più possibile”, ha insistito martedì Maistre, invitando il servizio pubblico “a raccogliere le sue forze, non per diluirsi ma per unire”.

“Ora è il momento dei ‘media globali'”, cioè di gruppi che comprendano “tutti i media”, TV, radio, internet, ecc., e “la concorrenza sta diventando internazionale”, ha spiegato.

“Certamente, abbiamo fatto progressi”, ha ammesso, citando la creazione di programmi mattutini congiunti tra France Bleu e France 3. Ma abbiamo bisogno di “un pilota sull’aereo” su “grandi progetti strategici” (prossimità, informazione, digitale, cultura , riconquistando il pubblico giovane), stimato quello il cui mandato scade all’inizio del 2025.

Sotto la guida del ministro della Cultura Rachida Dati, il progetto di fusione delle emittenti pubbliche è stato portato avanti fino allo scioglimento dell’Assemblea nazionale nel mese di giugno. Il ministro prevede consultazioni per valutare cosa accadrà dopo.

Più urgentemente, la sostenibilità dei finanziamenti alla radiodiffusione pubblica, “garanzia della sua indipendenza”, secondo Maistre, sarà all’ordine del giorno del Senato il 23 ottobre.

Il presidente di Arcom è stato interrogato anche sugli accordi che verranno siglati entro la fine dell’anno tra l’ente regolatore e i canali privati ​​selezionati per la riallocazione di 15 frequenze DTT nel 2025.

Queste specifiche saranno “arricchite” in termini di pluralismo e dovranno dare “più risorse” ai comitati etici dei canali, secondo Maistre.

“Abbiamo inoltre previsto (…) di generalizzare la nomina nei consigli di amministrazione di tutti i media audiovisivi di un amministratore indipendente”, referente “in materia di etica o di indipendenza della redazione” e “corrispondente” del comitato etico, disse il signor Maistre.

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