Apertura del Sinodo: il Papa invita a pregare e a digiunare per la pace il 7 ottobre

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Durante la messa di apertura della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in ​​Vaticano, il Papa nell’omelia ha chiarito che “la nostra assemblea non è un’assemblea parlamentare, ma un luogo di ascolto nella comunione”. Ha inoltre esortato i fedeli cristiani a vivere il 7 ottobre come una giornata di preghiera e digiuno per la pace in tutte le nazioni.

Myriam Sandouno – Città del Vaticano

Il Sinodo rimane questo percorso dove “Il Signore mette nelle nostre mani la storia, i sogni e le speranze di un grande popolo”affinché con e per le sue sorelle e i suoi fratelli sparsi in tutte le parti del mondo, “animati dalla nostra stessa fede e dallo stesso desiderio di santità, abbiamo cercato di capire quale strada intraprendere per arrivare dove Lui vuole condurci“. È quanto ha sottolineato questa mattina il Papa nell’omelia pronunciata durante la messa di apertura della seconda sessione plenaria del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. Come più volte ricordato, il Sommo Pontefice ha chiarito: “la nostra assemblea non è un’assemblea parlamentare ma un luogo di ascolto nella comunione».

Digiuno e preghiera per la pace

Sulla strada verso la Terra Promessa, Dio raccomandò alle persone di ascoltare “voce dell’angelo” che ha mandato (cfr. Ex 23, 20-22). «È un’immagine che ci tocca da vicino“, ha detto Francesco, che domenica 6 ottobre si recherà nella Basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare per la pace e innalzare le sue suppliche in questi tristi momenti di guerre e conflitti vissuti nel mondo. Nel corso di questa celebrazione eucaristica, ha invitato tutti i fedeli cristiani a vivere il giorno successivo, lunedì 7 ottobre, una giornata di preghiera e di digiuno, per la pace in tutte le nazioni.

Ascoltare con l’aiuto dello Spirito Santo per discernere meglio

Per ascoltare il “voce dell’angelo”, è certamente necessario”avvicinarsi con rispetto e attenzione nella preghiera», e «alla luce della Parola di Dio, di tutti i contributi raccolti in questi tre anni di intenso lavoro, condivisione, confronto e paziente sforzo di purificazione della mente e del cuore“. Il Santo Padre ha proseguito precisando che è con l’aiuto dello Spirito Santo che riusciamo ad ascoltare con chiarezza e a comprendere”le voci »vale a dire le idee, le aspettative, le proposte, “discernere insieme la voce di Dio che parla alla Chiesa“. Per la buona riuscita di questa sessione plenaria del Sinodo dei Vescovi, il Papa ci ha esortato a liberarci da ciò che potrebbe impedire “carità dello Spirito» creare armonia nella diversità.

Costruire insieme secondo il disegno di Dio

Ci ha anche invitato ad accogliere ciascuno degli interventi con gratitudine e semplicità, “per diventare eco di quanto Dio ha donato a beneficio dei fratelli»; stare attenti a non farlo “trasformare i diversi contributi in punti da difendere o agende da imporre”ma offrirli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare,”se questo può servire a creare insieme qualcosa di nuovo secondo il disegno di Dio“. Altrimenti, ha chiarito François, “finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi, dove ognuno cercherà di “portare acqua al proprio mulino” senza ascoltare gli altri, e soprattutto senza ascoltare la voce del Signore. la soluzione a qualsiasi problema.

«Ascoltiamo dunque la voce di Dio e del suo angelo, se davvero vogliamo continuare il nostro cammino in tutta sicurezza nonostante i limiti e le difficoltà. (cfr. Sal 23, 4)», ha insistito il Santo Padre.

Il rifugio

Nel cuore di questa omelia, Papa Francesco ha sottolineato anche il simbolo delle ali che proteggono, e ricorda questo brano del Salmo 91: «Trovi un rifugio sotto la sua ala protettrice» (Sal 91, 4). «Le ali sono strumenti potenti, capaci di sollevare un corpo da terra con i loro movimenti vigorosi», ha spiegato il Vescovo di Roma. Tuttavia, “pur essendo forti, possono anche chinarsi e raccogliersi, diventando uno scudo e un nido accogliente per i piccoli che necessitano di calore e protezione».

È un simbolo che fa pensare a questo”ciò che Dio fa per noi“, Di più “è anche un modello da seguire, soprattutto in questo periodo di assemblaggio». «Tra noi ci sono tante persone forti, preparate, capaci di raggiungere vette con movimenti vigorosi di riflessione e intuizioni brillanti.“. È una ricchezza che Francesco riconosce»che ci stimola, ci spinge, a volte ci costringe a pensare più apertamente e ad andare avanti con determinazione», e «che ci aiuta anche a rimanere saldi nella fede, anche di fronte alle sfide e alle difficoltà».

>>>Messa di apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in ​​Vaticano
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Messa di apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in ​​Vaticano


Messa di apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in ​​Vaticano

Il Papa ha proposto di “associarlo, al momento opportuno, alla capacità di rilassare i muscoli” E “chinarsi, per offrirsi l’un l’altro come abbraccio accogliente e luogo di rifugio: essere, come diceva san Paolo VI, «una casa […] di fratelli, laboratorio di intensa attività, cenacolo di ardente spiritualità”“. Abbracciare, proteggere e prendersi cura fa parte della natura stessa della Chiesa, per la sua stessa vocazione di luogo accogliente di incontro, dove “la carità collegiale esige una perfetta armonia, dalla quale risultano la sua forza morale, la sua bellezza spirituale, la sua esemplarità”. Per il vescovo di Roma la Chiesa ha bisogno”luoghi tranquilli e aperti” ha “creare soprattutto nei cuori“, dove tutti si sentono”accolto come un bambino tra le braccia della madre e come un bambino cresciuto sulla guancia del padre».

“Facendosi piccolo, Dio ci mostra qual è la vera grandezza”

Il Sinodo significa anche essere ““grande” – nella mente, nel cuore, nella visione –, perché le questioni da affrontare sono “grandi” e delicate, e gli scenari in cui si inseriscono sono vasti, universali“. E per raggiungere questo obiettivo, il Sommo Pontefice ha suggerito ai partecipanti di “senza distogliere lo sguardo dal Bambino che Gesù continua a porre al centro dei nostri incontri e dei nostri tavoli di lavoro, per ricordarci che l’unico modo per essere “all’altezza del compito” che ci è affidato è farci piccoli e accogliere ciascuno dall’altro, con umiltà, così come siamo noi».

Infatti, ha concluso François, è “facendosi piccolo affinché Dio ci mostri cos’è la vera grandezza, e anche cosa significa essere Dio. Non è un caso che Gesù affermi che gli angeli dei bambini «vedono sempre il volto di [son] Padre che sei nei cieli» (Mt 18,10): sono quindi come un “telescopio” dell’amore del Padre».

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